Eftimios 11/41

 

L’inquadratura più bella?

Il guard-rail di notte.

Nella sala di proiezione di Cinecittà Eftimios ed io vedemmo ‘Angelus Novus’.

Tra scrittura, produzione, riprese, montaggio, edizione, la costruzione del mio primo film durò due anni. Dall’ottantacinque all’ottantasette. Gli anni del tumore al cervello di Eftimios. La musica del film si deve a lui. Cioè la metà del film si deve a lui. Cos’è un film se non un po’ di musica sulla quale danzano poche ombre? Eftimios aveva studiato pianoforte, ascoltava musica: dei contemporanei preferiva Bob Dylan, degli eterni Vivaldi. Ma per ‘Angelus Novus’ scelse Mozart.

Anche io per lui ho scelto Mozart. Un registratore, una cassetta, un gruppetto di amici al cimitero di Bassano Romano, quattro parole: «Questa gli sarebbe piaciuta». Mozart. Perché Eftimios scelse Mozart per un film sulla crisi, sulla disperazione, sulla morte? Perché Mozart non è mai disperato. Piange e ride insieme. Perché io ho scelto l’ultimo Pasolini per il mio film della metà degli anni Ottanta? Perché ero disperato, vedevo Eftimios morire. Pasolini alla fine era disperato.

La proiezione di ‘Angelus Novus’. Gli occhi di Eftimios nel buio dei venti posti, al mio fianco. Tutta d’un fiato. Tutta uno sguardo.

 

 

Usciti alla luce eccessiva della sera, nei viali di Cinecittà, camminavamo lui ed io. Il film gli girava dentro, ancora. Lo lascio pensare, saliamo in auto, partiamo verso casa. «La parte più bella, Eftimios?” «Il guard-rail di notte.» Il film comincia con Pasolini che gira per Piazza del Popolo di Roma come una mosca che non sa dove andare a morire. Grigio fuori, grigio dentro. Gira, gira, poi di colpo prende Via del Muro Torto, curve, sottopassaggi, gallerie, le periferie, la tangenziale, il raccordo, si diradano le case, le auto, le luci, il mondo diventa sempre più nero, le lucette rade sempre più bianche, i paesi sono lontani e commoventi come presepi. Ed a questo punto, tra il nero del cielo e della terra, il guard-rail, una striscia di mille sfumature sfreccia ci accompagna ci segue non ci lascia più. Eftimios.