Quando nella Genesi si racconta come Dio diversificò le lingue creando la confusione necessaria a spingere gli umani negli angoli più remoti della Terra, si dà per implicito un notevole passaggio antropologico, accennando per esempio al legame profondo tra parola e produzione di opere. Ma il punto più dibattuto è un altro: la Genesi sembra considerare la diversità linguistica una forma di confusione casuale. Contro questa idea Andrea Moro spende buona parte del suo lavoro più recente, Le lingue impossibili (Cortina, pp. 139, euro 16,00). Il linguista italiano, i cui lavori godono di notorietà internazionale, punta contro un preciso obiettivo...