Noi la conosciamo come Crudelia, Crudelia DeMon, grazie all’animata Carica dei 101 e ai due successivi episodi «veri» 101 e 102 con Glenn Close a interpretarla. I tempi cambiano, nonostante il titolo italiano del film di Craig Gillespie rievochi Crudelia, durante lo svolgimento dell’azione non la sentiremo più chiamare (o scrivere) così bensì Cruella DeVil, interpretata con aria sbarazzina da Emma Stone, a tratti così truccata e alterata che il suo naso e il colorito rievocano Michael Jackson.

Si diceva che non solo i nomi, ma anche i tempi sono cambiati. Ecco infatti che seguiamo la nostra eroina (bipolare ?) dalla nascita con tanto di chioma rigorosamente in bianco e nero e caratteraccio infantile cerca guai con il nome di Estella. Ha un bel raccomandarsi mamma di non fare prevalere il lato oscuro, quando le piglia l’uzzolo sono disastri. Al punto di credere che sia stata lei stessa a provocare la morte di mamma precipitata da una scogliera dopo assalto di tre maledetti dalmata incattiviti.

SI RITROVA così bambina e orfana a Londra presso la fontana di Regent’s Park dove però stringe amicizia con due ladruncoli ragazzini Jasper e Horace (qui suoi sodali quindi), costituendo un’anomala famiglia. Siamo nella Swinging London degli anni ’60, e il terzetto di emuli di Oliver Twist e compagni campa di borseggi e furtarelli. Estella è la bontà fatta persona, disponibile, gentile, generosa, il senso di colpa ha tolto di mezzo Cruella. Ancora sottomessa trova lavoro come addetta alle pulizie presso i prestigiosi magazzini Liberty. E qui le circostanze la porteranno a diventare l’assistente personale dell’odiosa baronessa von Hellman (notare di nuovo il diavolo), la stilista più apprezzata del mondo, già di per sé insopportabile e che si rivelerà essere anche peggio. E questo porterà al cambiamento, Estella ritroverà Cruella, stilista dissacrante e geniale, senza più alcun ritegno morale.


A sottolineare il cambio dei tempi i dalmata. Dall’essere più di cento ora si sono ridotti a tre, da teneri cuccioloni si sono trasformati in belve aggressive, anche se non per colpa loro. Il racconto fantastico segue più che la storia originale, una nuova versione. Tutto determina un’esplosione di colori, un susseguirsi di costumi eleganti nel loro delirio, così come gli scenari passano dalla Bohème e Downton Abbey con grande disinvoltura e anche efficacia. Crudelia è un fuoco d’artificio visivo (fatica solo un po’ nel sottofinale) con grandi trovate sostenute da effetti all’altezza della situazione (si dice che il costo produttivo del film si aggiri intorno ai 200 milioni di dollari e bisogna dire che si vede). A partire dal cast che vede un’inedita Emma Stone praticare sul doppio registro della remissiva Estella e della demoniaca Cruella, un ruolo che permette di giocare sull’esasperazione e l’eccesso, quindi più semplice da gestire, ma anche su toni più contenuti seppure si tratti sempre di un fantasy, di una fiaba malefica per adulti (come ci hanno già insegnato Biancaneve e il cacciatore e il magistrale e inarrivabile Joker). Antagonista un’ironica Emma Thompson nei panni «favolosi» a suo tempo indossati da Meryl Streep in Il diavolo veste Prada, ora baronessa, vessatrice, perennemente caustica e sopra le righe, circondata da schiavi consenzienti.

UN FILM piuttosto godibile, in grado di far ritrovare la strada delle sale cinematografiche al grande pubblico. Ma il grande fascino di questa nuova Crudelia sta nella colonna sonora. Non tanto nelle musiche originali, ma nei brani che accompagnano sontuosamente la vicenda. Partendo da Londra anni ’60 era ovvio piazzare i Beatles (Come Together versione Tina Turner), i Rolling Stones (She’s a Rainbow, e inevitabile Sympathy for the Devil), proseguendo con Supertramp (Bloody Well Right), The Doors (Five to One), Nina Simone (Feeling Good), Queens (Stone Cold Crazy), Blondie (One Way or Another), The Clash (Should I Stay or Should I Go) e ancora BeeGees, David Bowie, Brian Eno, Nancy Sinatra, Doris Day, compreso un brano soffuso da Scandalo al sole. Con chiusura omaggio che rievoca il cartone animato quando il protagonista scrive e suona al piano la canzone Crudelia DeMon (ovviamente Cruella DeVil) qui in una scena dal vivo dopo l’inizio dei titoli di coda.