Sembrano lontani i tempi in cui il nostro buon vecchio Silvio era finito sulla copertina dell’Economist con lo stigma di «unfit», «non adatto a governare». Oggi, l’allora direttore del magazine inglese Bill Emmott ha quasi rivalutato l’Uomo di Arcore, unico catalizzatore di ogni possibile coalizione centrista in chiave anti-Lega e anti-FdI. E poi, diciamolo: in giro per il mondo ci sono bestiacce peggiori. Non ultimo, il convalescente al 1600 di Pennsylvania Avenue, Washington. Quattro anni fa, all’epoca del suo primo mandato, Donald Trump aveva l’aria di un brutto affare: alla prova dei fatti, si è dimostrato pessimo.

IN ATTESA delle presidenziali, casca quindi a fagiolo l’instant book pubblicato con innegabile tempismo da Double Shot in associazione con Arancia Studio. Impres(id)entable (160 pagine, € 19,90) raccoglie in un corposo volume tutte le vignette realizzate nel corso della presidenza Trump da Kieron Dwyer, muscolare fumettista americano noto per la lunga militanza tra le major Marvel e DC Comics, per cui ha disegnato Capitan America e Batman, prima di passare alla stampa indie. E il suo Donald, più che a modelli di satira Usa, sembra ispirato al «MAD» di Harvey Kurtzman e ai cattivi super-eroici, con il ciuffo improbabile a far capolino sotto la vernice del «Razza e vinci», il sorriso sardonico del clown assassino liberamente ispirato a Stephen King «ShIT» o a capo della banda di imbucati ritratti sotto l’insegna «Guardians of the Fallacy», «I Guardiani della Fallacia». Calembour, giochi grafici, affondi in stile «Mad» e insomma, si ride amaro.