«La situazione si sta complicando con un aumento di casi in molti paesi europei, gli italiani che vanno all’estero rischiano di rimanere bloccati. Bisogna correre a vaccinarsi»: è il monito del direttore Prevenzione del ministero della Salute, Gianni Rezza, a margine del monitoraggio settimanale dell’epidemia. Giovedì sera è arrivato il nuovo decreto Covid che ha scongiurato il passaggio in zona gialla di Sicilia, Sardegna, Lazio e Veneto (tutte con più di 50 casi per 100mila abitanti) grazie alla bassa occupazione di posti letto. La media italiana in terapia intensiva è al 2%, nei reparti ordinari al 2,1%, come una settimana fa. Ma due regioni sono già oltre il 5% in area medica: Calabria (5,7%) e Sicilia (5,2%). Per le intensive, la Toscana è a 3,4%, la Sicilia 3,3% e il Lazio a 3%. Nessuna si avvicina alle soglie, rispettivamente, del 10% e 15% fissate dal dl per lasciare la zona bianca.

IN FORTE CRESCITA L’INDICE RT: salito a 1,26, contro lo 0,91 della scorsa settimana. È la prima volta che torna sopra quota 1 dal 26 marzo. La proiezione a sette giorni lo dà a 1,55. Sono 16 le regioni con Rt già superiore a 1. La Sardegna registra addirittura un indice di 2,24 seguita dal Veneto (1,67). L’Rt degli ospedalizzati è a 1,16: «Non si percepisce un movimento della curva – ha spiegato il presidente dell’Iss, Silvio Brusaferro – ma questa settimana siamo passati da 157 casi a 165 in terapia intensiva, in area medica da 1.128 a 1.194. Nelle aree a maggiore circolazione del virus c’è una probabilità tra il 5 e il 50% che si occupi il 10% dei posti letto in terapia intensiva e in area medica». Sale l’incidenza media settimanale: da 19 a 41 casi per 100mila abitanti. La sintesi, conclude Brusaferro, «è che l’incidenza è raddoppiata, aumenta in maniera significativa la trasmissione dell’infezione ma l’impatto sui servizi sanitari è limitato». Sono 19 le Regioni classificate a rischio moderato e solo due (Basilicata e Valle D’Aosta) a rischio basso.

SONO RADDOPPIATI nell’ultima settimana i casi che non è stato possibile associare a catene di trasmissione: 4.997 contro 2.408 di sette giorni prima. A conferma che il tracciamento segna il passo, la percentuale dei casi rilevati attraverso la catena dei contatti è scesa ancora (30% contro 31%). In diminuzione anche la percentuale dei casi rilevati attraverso la comparsa dei sintomi (44% vs 46%). Infine, il 26% è stato diagnosticato attraverso lo screening. L’età mediana dei positivi è ora 25 anni, per il ricovero 48 e per la terapia intensiva 59. Negli ultimi 45 giorni, per la prima volta i casi di variante Delta hanno superato quelli di variante Alfa.

«La crescita di positivi è stata riscontrata soprattutto nelle fasce d’età 10-19 e 20-29, è la popolazione più giovane che alimenta i nuovi casi – ha spiegato Brusaferro -. La buona notizia è che circa metà della popolazione giovanile (oltre il 50% tra i 20 e i 39 anni) ha fatto almeno una dose. Sta comunque crescendo il numero di persone che completano la vaccinazione: il 64% degli over 50, il 69% degli over 60 e oltre l’80% dei 70-79enni». Ma oltre 4,8 milioni di over 50 sono del tutto scoperti.

L’appello è a completare il ciclo rapidamente soprattutto per «gli ultra 50enni e ultra 60enni per evitare la congestione degli ospedali. Il tasso di letalità oltre i 60 anni è circa il 2-3%, quindi non irrilevante». Dai due componenti del Cts un invito alla prudenza: «Ci sono molti adulti infetti dopo eventi senza mascherine e distanziamento, anche dopo un singolo evento e questo vuol dire che la variante è più contagiosa. L’unico modo per difendersi è vaccinarsi».

SUL GREEN PASS: «È riconosciuto il ciclo vaccinale completo per chi proviene dalla Gran Bretagna – ha spiegato Rezza -, si sta risolvendo anche la questione del certifica per gli italiani che hanno fatto il vaccino completo all’estero, in Uk». Il Regno unito però non riconosce il green pass italiano: «Bisognerebbe chiedere agli inglesi, è sicuramente una situazione particolare che credo sarà risolta in breve tempo». Sul fronte interno, i call center sono stati presi d’assolto dopo il varo del certificato verde, le prenotazioni di vaccini sono schizzate in molte regioni, dalla Campania al Lazio, al Veneto. «Si stanno studiando le esenzioni – ha proseguito Rezza – per chi ha avuto, ad esempio, una reazione avversa alla prima dose e quindi non può continuare il ciclo. Emetteremo una circolare entro il 6 agosto».

I NUOVI CASI ieri sono stati 5.143 su 237.635 test, tasso di positività al 2,1%. I decessi sono stati 17. Nei reparti ordinari più 70 nuovi degenti, 1.304 in totale; in terapia intensiva 3 unità in meno, 155 in tutto; in isolamento domiciliare 57.293 persone. La regione con più nuovi casi è stata il Lazio (854) quindi il Veneto (691) e la Lombardia (669). Il totale dei vaccini somministrati a ieri pomeriggio in Italia era di 64.122.110 dosi, 29.198.814 le persone che hanno completato il ciclo (il 54,06% della popolazione over 12 anni). L’Ema ieri ha dato il via libera all’uso del siero Moderna anche nella fascia 12-17 anni, si va ad aggiungere a Pfizer per immunizzare i più giovani.