Penso da sempre che l’attività parlamentare non debba essere un esercizio di testimonianza e nemmeno una prestazione meramente simbolica. Al contrario, ritengo che possa e debba essere la conquista del conquistabile, fino al ruvidissimo pragmatismo del «pochi maledetti e subito». In altre parole, se penso alla mia attività parlamentare di due anni e mezzo (sono tornato in Senato nel 2013), ciò che ritengo di poter ascrivere a bilancio positivo sono piccoli e circoscritti risultati: la liberazioni di alcuni detenuti italiani da orribili carceri straniere, l’accoglienza in Italia per una giovanissima siriana affetta da una grave patologia, la riduzione del tempo...