L’Imperativo energetico di Scheer
«Non c’è da stupirsi che i produttori di energia consolidati difendano con tutte le forze il sistema esistente, perché questo permette di rallentare il passaggio alle energie rinnovabili e di […]
«Non c’è da stupirsi che i produttori di energia consolidati difendano con tutte le forze il sistema esistente, perché questo permette di rallentare il passaggio alle energie rinnovabili e di […]
«Non c’è da stupirsi che i produttori di energia consolidati difendano con tutte le forze il sistema esistente, perché questo permette di rallentare il passaggio alle energie rinnovabili e di introdurre obblighi materiali, anche se in realtà il loro esclusivo obiettivo è mantenere questo sistema così com’è. Le loro argomentazioni, plausibili esclusivamente a livello superficiale, mirano a diffondere abitudini, inerzia di pensiero, disinformazione, indifferenza e una paura strisciante di tutto ciò che è nuovo. Così facendo tentano di giocarsi il futuro nel presente. Per questo si esprimono in un modo prolisso a favore di un’armonia internazionale e mettono in guardia contro repentine azioni individuali che porterebbero presumibilmente a un isolamento internazionale. Ma perché gli impianti per la produzione di energia da fonti rinnovabili che possono essere installati rapidamente non potrebbero riuscire a fare ciò che ha fatto la Francia con le sue centrali nucleari che richiedono tempi di costruzione molto lunghi?»
Il testo di Hermann Scheer, tratto dall’«Imperativo energetico», offre una linea di condotta. Indica dapprima chi siano gli avversari delle energie rinnovabili: «I produttori di energia consolidati» e quali siano le tecniche usate da essi e le alleanze che li proteggono. Poi segue il suggerimento di non aspettare un’«armonia internazionale» ma di darsi rapidamente da fare, anche da soli, tanto più che le rinnovabili si fanno in fretta, molto più in fretta di un programma nucleare, purché lo Stato non si metta di traverso, ma anzi collabori attivamente.
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