La notte come momento creativo. Un tempo misterioso e mirabile in cui lasciare che sogni, fantasmi, desideri e paure si intreccino in un sorprendente universo immaginifico. Un mondo in cui la memoria non è mai cosa morta, ma volano verso una incalzante trasformazione del presente. C’è molta attesa per la prima collaborazione tra Marcos Morau, regista, coreografo, fotografo valenciano autore di spettacoli di danza e di teatro tra i più visionari e propositivi degli ultimi anni, e il Centro Coreografico Nazionale Aterballetto di Reggio Emilia, complice anche la scelta di dedicare la nuova creazione a un compositore italiano che ha rivoluzionato con la sua arte il rapporto tra musica e cinema e non solo: Ennio Morricone.Coinvolti sedici danzatori, debutto il 1 agosto al Macerata Opera Festival

Marcos Morau, foto di Albert Pons

DEBUTTO OUTDOOR l’1 agosto all’Arena Sferisterio per il Macerata Opera Festival, prima indoor il 24 ottobre all’Argentina di Roma con repliche fino al 10 novembre. Titolo: Notte Morricone, in scena i sedici danzatori di Aterballetto. Una coproduzione che coinvolge oltre a CCN Aterballetto, al festival di Macerata, alla Fondazione Teatro di Roma con la presenza di RomaEuropa, anche I Teatri di Reggio Emilia, il Santa Chiara di Trento, il Centro Teatrale Bresciano, Ravenna Festival. Partitura registrata dall’Orchestra Cherubini sotto la direzione di Maurizio Billi, amico e collaboratore di Morricone che ha curato l’adattamento e la trascrizione delle musiche. Una playlist che Morau ha compilato spaziando nella creatività sfaccettata dell’eredità senza tempo di Morricone. 27 tracce dove rinnamorarsi delle musiche di Nuovo Cinema Paradiso, Quando l’amore è sensualità, La Califfa, C’era una volta in America, Per un pugno di dollari, Scarpe rotte da Uccellacci e uccellini di Pasolini, ma anche di Se telefonando scritta per Mina e di molto altro.
«Ennio Morricone» spiega Marcos Morau «è stato nella mia vita un referente artistico vitale. Quando Gigi Cristoforetti, direttore del CCN Aterballetto, mi ha proposto una creazione per i sedici danzatori del Centro, mi è stata data piena libertà di scelta. Ho subito pensato a Morricone: sono un coreografo di 41 anni, diventato grande con la sua musica, i miei genitori sono cresciuti con Nuovo Cinema Paradiso, C’era una volta in America, i suoi western. Quando ascoltiamo la sua musica visualizziamo i suoi film, nell’immaginario è qualcosa di difficile da spezzare, ma io sto cercando di stabilire un dialogo con Morricone che abbia un altro approccio: una nuova melodia che corra parallela alla presenza della sua musica nelle nostre vite». Non sarà una colonna sonora cronologica. «Non sto facendo un documentario sull’evoluzione della carriera di Morricone, sto cercando di combinare la sua musica con il tema, il mood, la tensione che voglio generare. Non lego i suoi brani in modo logico, immagino una notte piena di visitatori in cui le musiche si intrecciano liberamente ai pensieri, agli incontri di una vita. Cerco di inventare una fiction, un universo, vissuto da un compositore, un padre, un marito, un essere umano tra i fogli dei suoi spartiti. In un set che richiami nell’immaginazione la sua casa che poi diventa il suo studio, che poi si trasforma nel cinema, per ridiventare la sua stanza da letto, un viaggio in cui i tuoi fantasmi si trasformano nella tua musica».“Quando ascoltiamo la sua musica, visualizziamo i suoi film. Sto cercando di stabilire un dialogo con lui che abbia un altro approccio. Cerco di inventare una fiction”

DAI LAVORI di Marcos Morau, dal tellurico Sonoma a Firmamento dedicato all’adolescenza o a quel favoloso riflesso sul perché del teatro che è Opening Night, nati per il suo collettivo di Barcellona La Veronal, si esce animati da un desiderio di azione di fronte alla realtà in cui viviamo. Accadrà anche in Notte Morricone? Morau: «È una bella domanda per me riflettere su come, usando la musica di Morricone che per me è eterna, si possa spingere la creatività e i desideri. L’artista non può cambiare il mondo, ma può mettere le questioni sul tavolo, generando una temperatura, un ambiente che stimolino le persone a trovare connessioni attraverso la musica, la letteratura, la fotografia. Gli artisti sono essere umani, soffrono il contesto della vita che cercano di trascendere componendo musica, facendo creazioni. Mi piace lavorare in una dimensione connessa ai sogni, amo inventare, ampliare, trasformare il contesto, giocare con le prospettive. È un aspetto sempre presente nel mio lavoro: il pubblico percepisce di essere in un altro territorio, in una realtà diversa, che non pretende di comprendere in modo lineare. Ma sente quanto il tempo in cui vive sia un fatto di connessioni di memorie, desideri, di cose che abbiamo dimenticato e altre che cerchiamo di progettare. C’è una narrazione, ma mai letterale. Questo è il senso con cui voglio provare a rendere la musica di Morricone più viva che mai nel presente».

MORAU LAVORA abitualmente anche con danzatori diversi dal suo collettivo La Veronal. Proprio domani a Berlino, repliche fino all’1 di giugno, debutta Overture, creazione su musica di Mahler per lo Staatsballett Berlin di cui l’artista è coreografo in residenza. Con i sedici danzatori del CCN Aterballetto è alla sua prima volta. Per loro firmerà anche le coreografie del Concerto di Capodanno 2025 dalla Fenice di Venezia trasmesso dalla Rai. «Innanzitutto sono dei grandi danzatori. Ho cercato di stabilire un linguaggio comune e lo abbiamo trovato. Mi interessa vedere come ballerini diversi dai miei parlino il mio linguaggio che adatto sulle loro qualità. Il modello è nuovo ogni volta ed è sempre una stimolante scoperta».