Cultura

L’illusione sempreverde del libero mercato

L’illusione sempreverde del libero mercato

Scaffale Il libro di Viktor Mayer-Schönberger e Thomas Ramge «Reinventare il capitalismo» (Egea edizioni), al festival dell'innovazione di Padova

Pubblicato più di 6 anni faEdizione del 18 maggio 2018

Gli economisti inseguono il sogno di un modello che spieghi come, dove e quando produrre ricchezza, spiegando arbitrariamente il perché tale distribuzione della ricchezza sia «naturale» .

È quel che fanno Viktor Mayer-Schönberger e Thomas Ramge nel volume Reinventare il capitalismo (Egea edizioni, pp. 212, euro 24) che può essere considerato uno dei testi che caparbiamente ritiene la decennale crisi economica globale come un contingente fenomeno dello sviluppo capitalistico. L’interesse del libro sta però non nella autoconsolatoria spiegazione della crisi come fenomeno episodico, quanto nell’individuare nei Big Data il florido settore capace di plasmare i comportamenti individuali e collettivi e così rilanciare lo sviluppo capitalista.

UNO DEGLI AUTORI, Viktor Mayer-Schönberger, che sarà ospite oggi al Festival dell’innovazione di Padova (Palazzo Moroni, Sala Paladin, ore 15), ha una consolidata esperienza di studioso di Big Data ed è convinto che il capitalismo stia vivendo una trasformazione radicale al termine della quale il modello del mercato perfetto avrà la sua traduzione operativa. I dati, infatti, consentiranno ai singoli di accedere a informazioni che possono orientare felicemente le loro decisioni. Non ci sarà più una asimmetria di informazioni tra venditore e acquirente, sia che riguardi l’acquisto di una merce che la ricerca del lavoro.

Il vecchio sogno del libero mercato sarà dunque finalmente realizzato. L’utopia fittizia dei neoliberisti vedrà così la sua attuazione. La «città del sole» liberale uscirà allora dalle nebbie della realtà. Le parti del volume che meritano attenzione sono tuttavia altre. Il milieu che vincola la raccolta ed elaborazione di informazioni all’intelligenza artificiale, è considerato dai due autori come la leva che muove l’intero capitalismo.

Le cosiddette Faboulous Big Five del capitalismo (Amazon, Google, Facebook, Apple e Microsoft) sono destinate a crescere nei profitti e nell’accumulo di dati, ma da qui ad alcuni anni il loro oligopolio su Internet sarà messo in discussione dall’arrivo dei concorrenti cinesi, indiani, europei, che riorganizzeranno le loro imprese secondo i criteri del mercato orientato ai data-rich.

Sarà infine l’intelligenza artificiale a farla da padrona. I produttori di machine learning e dei corrispettivi programmi informatici faranno, infatti, buoni affari. E se questo avrà qualche effetto generale sull’andamento dell’occupazione, ogni tentativo di tassare i robot (proposta avanzata da Bill Gates) o di reddito di cittadinanza (il mantra al quale si sono convertiti molti manager della Silicon Valley, spaventati dalla crescita della povertà) resta nocivo, scrivono Mayer-Schönberger e Ramge, per l’innovazione e per la stabilità del sistema.

LO STATO NAZIONALE deve favorire uno sviluppo data-driven, rimuovendo tutti gli ostacoli che può incontrare. Dunque, tutti devono diventare imprenditori di se stessi.

È questo il nucleo centrale del volume. In tempi di crisi del neoliberismo, Reinventare il capitalismo ha il pregio di sfidare la realtà. Poco importa se la disoccupazione diviene strutturale, che le disuguaglianze crescano raggiungendo il livello di guardia, che la cittadinanza e la democrazia siano ormai un simulacro posticcio del migliore dei mondi possibili. Quel che conta è far ripartire il treno della crescita economica, favorendo le imprese dei Big Data, ma introducendo misure per una prossima liberalizzazione del settore (gli oligopoli sono la bestia nera del mercato data-driven). Un libro dunque che ha un obiettivo politico dichiarato: salvare il capitalismo da se stesso radicalizzando le caratteristiche neoliberiste.

Può sembrare ingenuo, ma è quanto fanno non solo negli Stati Uniti: con le dovute differenze, accade anche in paesi come la Cina, l’India, cioè nelle nuove superpotenze economiche.

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