Tra gli anni Cinquanta e Sessanta, in Urss appariva ormai evidente che, con i piani quinquennali del governo sovietico, le società opulente occidentali che emergevano dalla crisi del secondo dopoguerra, difficilmente sarebbero state raggiunte sul piano della quantità e della qualità dei consumi. Ciò nonostante continuava a persistere l’idea, sostenuta dal regime comunista, che l’economia pianificata avrebbe superato quella americana in ricchezza e progresso. Da questa ipotesi nasce L’ultima favola russa (Bollati Boringhieri, trad. Carlo Prosperi, 484 pagine, 19 euro) dell’autore inglese Francis Spufford, testo complesso e geniale, composto da materiali narrativi eterogenei, che spaziano dalla cronaca al romanzo per...