Continua a crescere il numero  dei contagiati in Italia, ma molto lentamente. Ieri il bollettino indicava 1.869 nuovi casi e un aumento di 17 nel numero delle vittime.

Rispetto al giorno prima, si tratta di una cinquantina di casi in meno, ma sono anche stati fatti meno tamponi, che si mantengono comunque al di sopra dei 100mila al giorno (per la precisione, circa 104mila contro i 107mila del giorno prima).

Le regioni più colpite sono Campania (274 nuovi contagi), Lombardia (256) e Lazio (219). La regione con meno nuovi positivi è il Molise, con solo 5 nuovi casi registrati. Se anche il numero delle vittime è in leggero calo (erano 20 venerdì), secondo il ministero della Salute sono invece in leggero aumento il numero dei ricoverati (9 in più nelle ultime 24 ore per un totale di 2.737) e nelle terapie intensive, dove ci sono 247 pazienti, 3 più di ieri.

Ma l’Italia continua a rimanere uno dei paesi in Europa dove si sta gestendo meglio questa seconda ondata di contagi, a preoccupare maggiormente sono invece Madrid, Parigi o Londra, dove l’esplosione dei nuovi casi si conta in varie migliaia quotidianamente. Se negli ultimi 14 giorni l’Italia ha stimato 36 casi e 0,3 morti ogni 100mila abitanti, la Spagna di casi ne ha 320, e dieci volte tanti morti, la Francia 223 (e 1 morto), il Regno Unito 92 (0,5 morti), secondo i dati dello European Centre for Disease Prevention and Control (Ecdc). Dei grandi paesi, solo la Germania fa meglio di noi: 29 casi e 0,1 morti ogni centomila abitanti nelle ultime due settimane.

Sempre secondo i dati aggiornati dell’Ecdc, in Europa guida la classifica dei casi la Spagna (con uno sconcertante dato di 716mila positivi), seguita dalla Francia (513mila) e dal Regno Unito (423mila). L’Italia è quarta (306mila casi). Guida invece la triste classifica delle vittime il Regno Unito (42mila), seguita dall’Italia (36mila), dalla Francia (32mila) e dalla Spagna (31mila).

I giornali spagnoli è da giorni che tengono gli occhi puntati sull’Italia per capire come mai il paese che più è stato colpito in marzo dalla pandemia stavolta può dare lezioni ai suoi vicini: i fattori chiave che vengono identificati da vari osservatori, per esempio sulla Vanguardia e sul eldiario.es, parlano di decisioni sanitarie centralizzate (in Spagna ogni regione va per i fatti suoi: è di ieri lo scontro fra la regione di Madrid e il governo sulle decisioni da prendere), di test a tappeto su tutti i contatti dei positivi (il contact tracing in Spagna è molto carente) e negli aeroporti, nonché i 6 miliardi e mezzo iniettati dal governo nel sistema sanitario, assieme alle 20mila unità di personale sanitario contattate.