«È urgente sospendere tutti gli accordi con la Libia in materia di controllo dei flussi migratori»: è la posizione assunta nella risoluzione presentata alla Camera da Erasmo Palazzotto, di Sinistra italiana, e firmata da tredici parlamentari tra i quali Laura Boldrini, esponenti del Pd come Gennaro Migliore e Matteo Orfini, Riccardo Magi (radicale di +Europa), l’ambientalista Rossella Muroni, Roberto Speranza di Art 1. «Vogliamo che i parlamentari si esprimano su una missione simbolo – spiega Palazzotto -, quella che sancisce l’accordo tra Italia e milizie libiche, responsabili del traffico di essere umani, per la gestione dei respingimenti: illegali per il diritto internazionale e la Convenzione di Ginevra, diventati assolutamente inammissibili adesso che c’è la guerra». Sulle altre missioni internazionali in discussione aggiunge: «Come Leu abbiamo presentato diverse risoluzioni, questa ha uno scopo diverso. Nessun parlamentare si potrà fare scudo, ad esempio, della cooperazione europea per giustificare il voto, come per la missione Eunavfor Med che pure prevede l’addestramento dei libici. Sarà interessante vedere i parlamentari Pd cosa faranno». Il governo ha pure aumentato lo stanziamento per Tripoli, portandolo da 1.605.544 a 6.923.570 euro.

Sei le firme dem in calce alla risoluzione e il Pd va in testa coda. Il gruppo parlamentare Pd alla Camera ha depositato un altro documento che mira invece a rafforzare gli aiuti alla Libia, motivo «la stabilizzazione del paese», primi firmatari l’ex ministro Marco Minniti (che quegli accordi ha siglato per primo con il governo Gentiloni) e la deputata Lia Quartapelle. Oggi, al momento del voto, i dem rischiano di spaccarsi. Se però dovesse passare la risoluzione di maggioranza le altre decadrebbero e non ci sarebbe la conta. Il capogruppo Graziano Delrio ieri ha commentato: «La risoluzione del gruppo è quella. Qualcuno chiede di rivederla? Ci può stare, ma la nostra posizione rimane quella».

Sotto accusa la gestione dei parlamentari da parte di Delrio. Orfini è esplicito: «Da settimane chiedo di discutere la posizione del Pd sul sostegno alla guardia costiera libica. La risoluzione dem sostanzialmente dice che gli accordi vanno bene. Immagino che Zingaretti sia stato informato e che sia la linea della segreteria. Per me è invotabile».
Il testo presentato dai 14 deputati fornisce un quadro di cosa sta accadendo sull’altra sponda del Mediterraneo: «In Libia gli sfollati interni sono circa 193.600; circa 57.600 sono i rifugiati registrati dall’Unhcr». L’Oms conta 653 morti per i combattimenti, 3.547 i feriti. L’Unhcr stima che oltre il 48% degli sfollati sia composto da bambini con meno di 18 anni. Drammatica la situazione nei centri di detenzione, dove si è diffusa la tubercolosi. La Guardia costiera di Tripoli ha intercettato più di 13.600 persone nel 2018, 2.887 nel 2019. Soprattutto, si legge, «la Libia ha dichiarato una propria zona Sar senza i requisiti per avere un Porto sicuro di sbarco».

La Carta dei diritti Ue vieta le espulsioni collettive quindi, scrivono i firmatari, «la collaborazione con il Centro di coordinamento libico contraddice le norme internazionali. I migranti corrono il pericolo di essere sottoposti a tortura e trattamenti inumani». Siamo già stati condannati dalla Corte di Strasburgo, che ha sancito: «L’Italia non può liberarsi della sua responsabilità invocando gli obblighi derivanti dagli accordi bilaterali con la Libia»