Reduce da edizioni un po’ malinconiche, Inequilibrio numero 26 ritrova grinta e partiture non omologate grazie alla direzione di Angela Fumarola. Che organizza un dispositivo eccentrico, in nome di un non sopito spirito d’avanguardia. A superare i limiti ha provveduto Renata Palminiello che ci ha riportato indietro e proiettato in avanti, rispolverando il caro Brecht, il suo teatro epico che a rileggerlo è cosa buona e giusta, inscenando nella scenografica Corte del Vescovo di Rosignano Marittimo la parabola di L’eccezione e la regola (producono Teatri di Pistoia), rubricata dall’autore come «la storia di un viaggio di uno sfruttatore e due sfruttati». Che diventa un esercizio di sopravvivenza, duro e doloroso. La sintesi brechtiana si iscrive con esemplare lucidità nell’impossibilità di instaurare un vero rapporto umano nella società capitalistica. Palminiello restituisce l’«eccezionale regolarità» del testo ma come una rabdomante ne cerca le radici, le urgenze. La recitazione coreografica che avvolge le tappe salienti (il deserto, il fiume, il tribunale) sfugge al didascalismo mentre segni semplici e materici, usciti dalla lezione di Peter Brook (un bastone, una corda, un telo, un baule) marcano come riflessi ideologici i crocevia della storia e danno conto dell’estremità del contesto. Dove pure si inseriscono, su fronti opposti ma non diversi, legati dalla stessa matrice di scavo umanistico, le formidabili prove d’attore di Francesco Pennacchia e di Paolo Oricco.