Ieri mattina in venti hanno varcato i cancelli dell’ex Fiat di Termini Imerese, nel palermitano, chiusa dal Lingotto il 24 novembre 2011 lasciando a casa 700 dipendenti diretti e circa 500 dell’indotto. Il Primo maggio l’hanno passato a presidiare la fabbrica: in cinque anni sono sfumati molti piani di riconversione, come quello targato Rossignolo e poi Dr Motor, Grifa. Ieri i primi a tornare nei reparti sono i venti del settore engineering: disegneranno progetti in 3D per la Blutec, società del gruppo Metec Stola, la nuova mission è realizzare componentistica e auto ibride ed elettriche. La mattina faranno formazione, dalle 14 alle 18 si lavora.

Nell’ultimo incontro al ministero dello Sviluppo economico, Blutec aveva annunciato l’ingresso dei primi 40 dipendenti entro le prime settimane di maggio. Da metà luglio toccherà agli addetti agli allestimenti speciali, da ottobre alla chimica e da dicembre al cosiddetto lighting cioè la realizzazione dei fari, per un totale di 250 dipendenti entro l’anno. Dopo la verifica della Corte dei Conti, potrà essere sottoscritto al Mise da Invitalia e azienda il cofinanziamento di 72 milioni, sostenuto da stato e regione, su un investimento di partenza di 95,8 milioni. Entro il 30 giugno dovrebbe arrivare il progetto definitivo da 200 milioni per le auto ibride. Secondo i sindacati è necessario sbloccare subito 20milioni.

La prima parte del piano siglato da Blutec e Invitalia riguarda la produzione di componentistica per auto. La seconda fase prevede la produzione di due modelli di auto ibride: «Il primo progetto senza il secondo non regge il confronto con i numeri – spiega Roberto Mastrosimone, segretario regionale della Fiom -. A regime può dare lavoro a circa 200 operai a fronte di un bacino di 700 tute blu della fabbrica e 350 dell’indotto diretto. La vertenza di Termini Imerese si risolve quando tutti torneranno a lavorare». Spiega la Fim: «Quelli rientrati ieri rappresentano solo il 4% dei metalmeccanici dell’area industriale. Entro dicembre 2018 scadono gli ammortizzatori sociali. L’appello è non perdere più tempo». Un commento è arrivato anche dall’ad di Fca, Sergio Marchionne: «Se possiamo aiutarli lo faremo, per noi era impossibile mantenere lo stabilimento per motivi di logistica».