Il parlamento europeo non darà la sua approvazione al bilancio 2021-2027 senza un accordo sulla riforma del sistema delle risorse proprie dell’Unione europea che includa l’introduzione di nuove risorse entro la fine del prossimo settennato che sono ritenute necessarie a coprire i costi dei rimborsi del «Recovery fund» approvato solo pochi giorni fa dal consiglio europeo dei capi di stato e di governo.

I 465 VOTI A FAVORE, (150 contrari, 67 astensioni) alla mozione di maggioranza presentata ieri dai popolari del Ppe, dai socialdemocratici di S&D, dai liberali di Renew Europe, dai Verdi e dalle sinistre del Gue apre uno scontro politico e istituzionale tra l’Europa intergovernativa e quella rappresentativa che rischia di azzoppare il percorso del fondo per la ripresa europea accolto con soddisfazione dai governi che lo hanno varato dopo quattro giorni di trattative. I 750 miliardi di euro del «Recovery fund», di cui 209 andranno all’Italia sotto forma di prestiti (127) e sovvenzioni (82), è un capitolo collegato al bilancio pluriennale dell’Ue che è stato tagliato da 1100 a 1074 miliardi di euro.

INIZIALMENTE il taglio è stato dovuto alla Brexit. Il bilancio europeo ha dovuto fare a meno dei 70 miliardi di euro garantiti alla Gran Bretagna. Ciò ha imposto l’aumento della contribuzione degli altri stati membri, a cominciare dall’Italia che verserà 96 miliardi. Ma questo ha imposto anche tagli alla ricerca, alla sanità e alle politiche di accoglienza dei migranti. Intervenendo in aula ieri la presidente della Commissione Ue Ursula von Der Leyen ha parlato a questo proposito di «pillola difficile da ingoiare», sebbene Commissione e parlamento siano riusciti a colmare l’ammanco provocato dagli inglesi, evitando ulteriori drastici tagli chiesti dai governi nell’ambito della trattativa sul «Recovery fund». Gli interventi concilianti di Von Der Leyen, e del presidente del consiglio europeo Charles Michel, non sono riusciti ad ammorbidire la posizione degli eurodeputati.

I 1800 MILIARDI della dotazione finanziaria complessiva rappresentano il 13% del reddito nazionale lordo dei paesi membri, comunque insufficiente per immaginare una significativa capacità di spesa e investimento. La richiesta dei parlamentari era di aumentare la portata del bilancio perlomeno a 1300 miliardi di euro. «I tagli proposti sulla ricerca e sulla salute sono pericolosi, nel contesto della pandemia globale» si legge nel testo della mozione. Quelli «all’educazione, alla trasformazione digitale e all’innovazione mettono a rischio il futuro della nuova generazione di europei».I tagli «ai programmi che sostengono la transizione delle regioni dipendenti «da settori ad alte emissioni» vanno contro il Green Deal. Poi, i tagli «all’asilo, alla gestione delle migrazioni e alla gestione delle frontiere mettono a rischio la posizione dell’Ue in un mondo sempre più volatile ed incerto». Entro ottobre, hanno aggiunto i deputati, servono dunque una correzione significativa e risorse aggiuntive da ottenere dalla riforma del sistema di scambio di quote di emissioni di gas serra (Ets), del meccanismo di scambio di quote del carbonio, la tassazione delle transazioni finanziarie e quella delle imprese, la digital tax, la plastic tax. Strumenti per finanziare gli obiettivi enunciati dalla Commissione e, tra l’altro, contenuti tra le «pietre miliari» che dovranno raggiungere i governi che riceveranno il fondo per la ripresa. Il parlamento Ue ha chiesto inoltre di «mettere fine a tutti i rebates», gli sconti al contributo al bilancio Ue confermati ai «Paesi Frugali» e alla Germania dall’intesa tra i governi.

IL «RECOVERY FUND» è stato definito dalla maggioranza una «mossa storica per l’Ue». Tuttavia, i deputati che a maggio scorso avevano chiesto un fondo ben più finanziato da 2 mila miliardi, hanno criticato «i consistenti tagli apportati alle sovvenzioni»: da 500 a 390 miliardi di euro. Aspra è stata la critica alla decisione dei capi di stato di indebolire la difesa dello stato di diritto, in particolare sull’Ungheria e la Polonia, sia nel quadro del bilancio sia nel piano per la ripresa. I deputati non sono disposti ad avvallare una decisione già presa dai capi di stato che li ha esclusi da materie di loro competenza. Il bilancio dunque non sarà approvato finché i prossimi negoziati non saranno andati in porto, mentre il Recovery fund dovrà essere approvato da alcuni parlamenti nazionali. Il percorso fino a gennaio 2021 non sarà breve né semplice.

TRA GLI ITALIANI, Pd, Italia Viva, Azione, M5S e Forza Italia hanno votato a favore, mentre Lega e Fratelli d’Italia si sono astenuti. Com’è già accaduto altre volte, le destre si sono spaccate, mentre la maggioranza a Bruxelles ha votato una critica di merito all’accordo tra i governi celebrato con entusiasmo a Roma.