Lettera aperta ai grandi elettori

Ci rivolgiamo ai grandi elettori, deputati, senatori e delegati regionali, che tra pochi giorni saranno chiamati ad uno dei compiti più alti e delicati della vita politica ed istituzionale del paese: l’elezione del Presidente della Repubblica italiana. Non ci permettiamo di dare suggerimenti o indicare nomi, vogliamo semplicemente richiamare l’attenzione su un aspetto finora trascurato.

Siamo promotori, con una Petizione a Camera e Senato, di una proposta di Legge – già all’attenzione delle competenti Commissioni Affari costituzionali e Difesa – che istituisce il Dipartimento per la Difesa civile non armata e nonviolenta, strumento istituzionale necessario per
il riconoscimento della parità costituzionale tra difesa militare e difesa civile: pari dignità, pari legittimità. La difesa della Patria, cioè l’integrità della nostra comunità – oggi minacciata dalla pandemia, dalla crisi climatica e dalle armi nucleari – è affidata dalla Costituzione ai cittadini ed è un sacro dovere che riguarda ciascuno di noi.

Tra le fondamentali funzioni del Capo dello Stato, l’articolo 87 della Costituzione indica anche che “ha il comando delle Forze armate, presiede il Consiglio supremo di difesa costituito secondo la legge, dichiara lo stato di guerra deliberato dalle Camere”. Poiché il riconoscimento giuridico e la parificazione tra difesa armata e difesa nonviolenta è già stato fatto proprio dal nostro ordinamento (due sentenze della Corte costituzionale, la n.164/1985 e 470/1989, la legge del 230 del 1998 di riforma dell’obiezione di coscienza e la legge 64 del 2001 istitutiva del servizio civile nazionale, e con il Decreto Legislativo n. 40 del 6 marzo 2017 sul Servizio Civile Universale), si dovrebbe correttamente intendere che il Presidente della Repubblica “ha il comando delle Forze armate e disarmate, presiede il Consiglio supremo di difesa armata e nonviolenta costituito secondo la legge, dichiara lo stato di guerra o di resistenza nonviolenta deliberato dalle Camere”.

Dopo l’elezione, il Presidente presta giuramento di fedeltà alla Repubblica e di osservanza della Costituzione dinanzi al Parlamento in seduta comune: la Repubblica nata da uno strumento nonviolento quale il Referendum popolare e la Costituzione che ripudia la guerra e vuole la pace.
Un Presidente attento a questi principi, un Capo delle Forze Armate e della Forze Disarmate, che sappia riconoscere e sostenere la pari dignità di chi difende i valori costituzionali senza ricorrere alle armi, è ciò che auspichiamo. Dal Quirinale potrebbe venire un riequilibrio dei poteri della
difesa, ricordando il motto che fu proprio di un Presidente del passato: “Svuotare gli arsenali, riempire i granai”, un programma ancora tutto da attuare.

Nell’occasione ci rivolgiamo ancora una volta a tutti i partiti presenti in Parlamento, affinché avviino una seria riflessione sulla “difesa”: negli ultimi anni l’intera comunità nazionale ha difeso, con costi e impegno altissimi, la salute individuale e la sanità pubblica. Non c’è bene superiore del diritto alla vita, tutto il resto viene dopo; eppure il bilancio della difesa è assorbito esclusivamente dalla spesa militare complessiva, che nel 2022 arriverà a sfiorare i 26 miliardi di euro, con un incremento del 20% in tre anni, mentre alla difesa civile non armata e nonviolenta non arrivano nemmeno le briciole.