Inizia oggi a Roma l’incontro della società civile internazionale ad un mese dal Vertice dei G7: in dibattito decine di proposte concrete per un futuro globale più giusto. Il contributo di Rete Pace Disarmo nella direzione di prospettive di Pace, sicurezza comune e disarmo nucleare.

Inizia oggi a Roma, presso il Quartier generale della FAO, avrà luogo il Summit internazionale del Civil7 (C7) nell’anno della Presidenza italiana del G7, evento di due giorni organizzato e coordinato da GCAP Italia, la Coalizione Italiana contro la Povertà che nel 2024 presiede il C7

Anche la Rete Italiana Pace e Disarmo ha dato il proprio contributo fattivo a questo percorso condiviso coordinando il Gruppo di Lavoro su “Pace, sicurezza comune e disarmo nucleare”.

“Il mondo si trova a un bivio geopolitico e si sta allontanando dall’ordine post-Guerra Fredda per entrare in una nuova era di multipolarità e, potenzialmente, di frammentazione – si legge nella sezione tematica specifica del Comunicato Civil 7 consegnato oggi al Governo italiano – La reazione del G7 a questi cambiamenti avrà un forte impatto sulle prospettive di un futuro più pacifico, giusto e sicuro”. Le riflessioni e le proposte della società civile condividono il punto di vista espresso dal Segretario generale delle Nazioni Unite António Guterres nella sua New Agenda for Peace: “la sicurezza collettiva è gravemente minata dall’incapacità degli Stati membri [delle Nazioni Unite] di affrontare efficacemente le minacce globali e interconnesse che hanno di fronte, di gestire le loro rivalità e di rispettare e rafforzare i quadri normativi che regolano le loro relazioni reciproche e… il benessere delle loro società”. La sicurezza collettiva si pone dunque come un pilastro della Pace, a partire dall’idea che gli Stati debbano perseguire una sicurezza reciproca piuttosto che quella a spese di un altro Stato basandosi sulla fiducia, sulla solidarietà e sull’universalità.

Mancano solo sei anni al 2030 e al raggiungimento degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile e il mondo si trova ad affrontare una serie di sfide critiche strutturali e sistemiche, con ampi gruppi di popolazione come le donne, i bambini, i giovani e i più emarginati che portano il peso maggiore dell’attuale policrisi.

La fragilità della pace globale richiede la massima urgenza e un’azione concreta e multilaterale. Il G7, in quanto rappresentante di un blocco specifico di una comunità internazionale molto più ampia, deve riconoscere che non può raggiungere la pace e la sicurezza da solo e deve rafforzare l’attenzione sulla cooperazione globale e risolvere le rivalità che impediscono la cooperazione. Il G7 deve essere pronto a trovare un compromesso e a mantenere il dialogo nonostante le differenze strategiche.
“Quanto ancora dobbiamo aspettare prima che diventi evidente che le armi nucleari falliscono anche come deterrente? I leader del G7 devono aprire la strada al cambiamento di paradigma sulla sicurezza di cui abbiamo bisogno: la sicurezza comune si è dimostrata efficace in passato e può ancora una volta portare al disarmo internazionale, alla diplomazia e a una pace sostenibile” sottolinea Emily Molinaridell’International Peace Bureau che ha coordinato il gruppo di Lavoro

Partendo dunque dalla valutazione dell’attuale situazione dei conflitti mondiali e globali (dall’Ucraina a Gaza, al Sud Sudan), dalla consapevolezza del pericolo portato dall’aumento incontrollato delle spese militari e dallo sgretolamento delle norme internazionali di disarmo le richieste del Gruppo di lavoro specifico sulla Pace entrano nel merito delle responsabilità del G7. Che in questo contesto può essere parte del problema, se promuove unilateralmente gli interessi delle economie più sviluppate, o parte della soluzione, se difende i diritti umani e gli interessi comuni dell’umanità e del pianeta per un futuro più pacifico, giusto, sostenibile e sicuro.

“Negli ultimi decenni, l’aumento delle spese militari e la militarizzazione hanno portato a un mondo sempre più in guerra e incapace di affrontare i veri problemi globali. Il G7 dovrebbe guidare un cambiamento di rotta ormai inevitabile, ponendo le scelte di disarmo in prima linea nelle rinnovate politiche per una Pace positiva“, conclude Francesco Vignarca, Rete Italiana per la Pace e Disarmo

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Le proposte Civil 7 su “Pace, sicurezza comune e disarmo nucleare” in dettaglio:

Sicurezza comune

> Riaffermare il sostegno a un ordine internazionale basato sul diritto internazionale e costruire l’architettura di pace globale e regionale.5 Riconoscere il loro ruolo vitale nella risoluzione pacifica delle controversie e nella promozione della sicurezza comune

> Esprimere un sostegno attivo alla Nuova Agenda per la Pace dell’UNSG, che comprende le riforme del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, la rivitalizzazione dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite (UNGA) e l’elevazione del lavoro della Commissione per il Peacebuilding

> Concentrare le risorse e l’attenzione sull’affrontare le cause profonde della violenza e dei conflitti, adattando un approccio sistemico olistico che includa lo sfruttamento economico e sociale, la repressione e l’ingiustizia

> Includere attivamente le donne e i giovani nelle attività di costruzione della pace, come raccomandato dalla Risoluzione 1325 del Consiglio di Sicurezza dell’ONU, dalla Risoluzione 2250 del Consiglio di Sicurezza dell’ONU e dalle risoluzioni successive, assicurando il loro coinvolgimento significativo e paritario nella prevenzione e risoluzione dei conflitti, nella protezione, nel soccorso e nella ripresa a livello locale, nazionale e internazionale. Affrontare il legame tra un alto livello di violenza contro i bambini e le guerre

> Affrontare la natura interconnessa di guerra, militarismo, cambiamento climatico e degrado ambientale

> Coinvolgere attivamente e sostenere finanziariamente la società civile e i costruttori di pace di base in ogni aspetto della risoluzione dei conflitti e della costruzione della pace. Investire nell’educazione alla pace.

Disarmo generale

> Ridurre la spesa militare e la produzione di armi a favore di investimenti nella diplomazia e nella sicurezza umana, compresa la realizzazione dell’Agenda 2030 e degli SDG. Vietare il finanziamento dei partiti politici e delle campagne elettorali da parte del settore militare

> Agire rapidamente per espandere i trattati internazionali e multilaterali sulle tecnologie militari emergenti, tra cui l’intelligenza artificiale, la guerra informatica, le armi spaziali e i veicoli senza pilota o droni

> Rafforzare le politiche di prevenzione dei trasferimenti di armi in zone a rischio di conflitto e in zone di conflitto attivo, in particolare dove il diritto internazionale è stato violato
> Riaffermare il sostegno e lavorare attivamente per una quarta sessione speciale sul disarmo all’Assemblea generale delle Nazioni Unite

Disarmo nucleare

> Riaffermare la posizione del G7 secondo cui l’uso o la minaccia di usare armi nucleari da parte di qualsiasi attore è inaccettabile. Riconoscere i rischi derivanti dalla deterrenza nucleare e gli squilibri di potere che derivano dal loro possesso. Impegnarsi per una politica di non primo utilizzo

> Riprendere con urgenza i processi di riduzione degli armamenti nucleari, al fine di raggiungere l’eliminazione di tutte le armi di distruzione di massa. Rinvigorire i colloqui di stabilità strategica tra Stati Uniti e Russia e il dialogo con la Cina per l’introduzione di restrizioni immediate e severe sulle armi nucleari, con un calendario chiaramente delineato e parametri di riferimento per la completa eliminazione delle armi nucleari

> Partecipare in buona fede alle riunioni degli Stati parte del Trattato sulla proibizione delle armi nucleari (TPNW) in qualità di osservatori