Cara/i,

siamo persone impegnate nel mondo sociale e/o politico da più anni, in comitati in difesa del territorio, del paesaggio e dei beni comuni, in amministrazioni dei Comuni Virtuosi, in realtà civiche, ambientaliste, nel movimento femminista, nell’ambito della convivenza sociale e interculturale e della solidarietà internazionale.

Potremmo definirci «ecologiste/i» nell’accezione più ampia, non fosse che questo termine non ha mai attecchito nell’Europa del sud e non fosse che dell’ecologismo politico non ve ne sia quasi più traccia, eccetto pochissime eccezioni. Tutto questo malgrado la diffusione di migliaia di realtà ecologiste nel mondo sociale e pre-politico, l’aumento della sensiblità ecologica e la crescente necessità di considerare ambiente, territorio, eco-sostenibilità, una delle priorità del nostro Paese, dell’Europa e del Pianeta.

Alcune/i di noi, come alcune/i di voi, hanno creduto e partecipato con passione a vari progetti simili avviati in passato (Ecologisti e civici, Cambiare si Può, Rivoluzione Civile ecc…) e tutte/i stiamo ancora riflettendo sui motivi dell’esito negativo di tali percorsi.

Con questa nostra lettera aperta vogliamo stimolare la riflessione su alcuni aspetti che, a nostro avviso, potrebbero contribuire a far decollare veramente questo ulteriore tentativo e avanziamo alcune proposte che potrebbero rendere questo spazio politico un valido riferimento per le realtà che noi attraversiamo.

Ricordiamo il pensiero di Alex Langer: «La logica dei blocchi blocca la logica, ce l’ha insegnato il movimento pacifista. E per coagulare sul serio percorsi ed ispirazioni diverse in uno sforzo comune (non necessariamente in un partito comune!), bisogna che prima di tutto le rigidità e gli spiriti di bandiera si attenuino e magari si dissolvano. Solve et coagula, sciogliere e coagulare, dicevano gli alchimisti rinascimentali».

Per questo crediamo sia centrale il dialogo tra «diversi/e» (dialogo trasparente, orizzontale ed inclusivo) sposando processi che sappiano valorizzare le differenze e le novità presenti nel «vasto» mondo dell’opposizione politica, sociale ed istituzionale al mondo liberista e anti-democratico che sta dominando in Europa.

Siamo fermamente convinte/i che la conversione ecologica sia un passaggio centrale e necessario per chiunque voglia mettere in discussione le «politiche rigoriste» che stanno saccheggiando e intossicando i territori, che stanno privatizzando beni comuni e asset strategici dei paesi in grave difficoltà, che stanno portando alla distruzione del pianeta e alla creazione di una forbice sociale tra ricchi e poveri in incredibile accelerazione. Pensiamo che tutto questo non sia possibile senza una presa di coscienza delle logiche di dominio che hanno caratterizzato tanto questo modello di sviluppo al tramonto, quanto le dinamiche dei partiti politici così come conosciuti fino ad oggi. Logiche che permeano rapporti economici, politici, relazionali, nonché la relazione dell’essere umano con l’ambiente e l’eco-sistema.

Pensiamo che queste logiche di dominio vadano affrontate a tutti i livelli, iniziando da quella che permea la relazione tra uomo e donna per poi affrontare tutte le discriminazioni che attraversano le nostre società, rispetto all’orientamento sessuale, alle differenze culturali, religiose, politiche, sociali, di pensiero.

Per questi motivi vorremmo aderire alla proposta di costruzione di una lista unitaria per le prossime elezioni europee come polo attrattore ed inclusivo delle realtà provenienti dalle migliori esperienze politiche del mondo anti-liberista, dalle buone pratiche sperimentate nei territori e dalle migliori esperienze della società civile di questo paese. Condividiamo con gli amici Barane, Bollini e altri (Manifesto 29.01.14), che questi sono giorni cruciali ed è necessario che tutti facciamo un passo indietro per poterne fare molti in avanti. Solo attraverso questa operazione inclusiva e di «solve et coaugula», come affermava Langer, sarà possibile creare una casa accogliente per la moltitudine dispersa, rimasta sparpagliata ed ininfluente a causa dei molti fallimenti e dei numerosi blocchi ripetutamente incontrati e perpetuati. Con questo spirito, vorremmo avere presto una occasione di incontro, per provare a sciogliere, assieme, alcuni nodi e tentare di evitare di ripercorrere errori già commessi.

Con la volontà di comprendersi e costruire un’Europa dei diritti e dei popoli.

Un caro saluto

Domenico Finiguerra, Roberta Radich, Paolo Berdini, Laura Cima, Pietro Del Zanna, Cristiana Mancinelli Scotti, Ezio Orzes, Karin Munck, Eugenio Melandri, Anna Raffaella Belpiede, don Albino Bizzotto.

Per l’elenco completo delle firme e per le adesioni: Perunaltraeuropa.wordpress.com