C’è stato un «confronto cordiale» nella «franchezza». Mario Draghi ed Enrico Letta avevano bisogno di chiarirsi, dopo il botta e risposta del giorno precedente sull’ipotesi del segretario del Pd di finanziare politiche per i giovani con una tassa sulle successioni che «riguarderebbe l’1% della popolazione». Lo hanno fatto per telefono ieri mattina e hanno annunciato che si vedranno di persona tra qualche giorno.

IL COMUNICATO sembra tranquillizzante ma le posizioni sembrano ancora distanti. Pesano le differenze tra il leader dem e il presidente del consiglio e influiscono molto le variegate, quando non contrapposte, posizioni all’interno della maggioranza che sostiene l’esecutivo. Letta insiste: «Non mollo», ma Draghi ribadisce il suo pensiero: prima serve una riforma fiscale organica che «stimoli la crescita nel segno della progressività», visto che in una fase di recessione le politiche fiscali devono essere espansive.

ENTRO FINE GIUGNO la commissione parlamentare d’indagine sul fisco consegnerà la sua proposta a Draghi per la legge delega che farà da cornice alla riforma vera e propria. Poi sarà Draghi stabilire i punti fermi. In che modo si riusciranno a tenere insieme la Lega che continua a puntare alla flat tax, e che ieri ha usato Draghi per affibbiare al Pd l’etichetta di «partito delle tasse», i berlusconiani che auspicano una generica e generalizzata riduzione delle tasse, il M5S che vorrebbe ridurre gli scaglioni e il Pd che punta ad aliquote tarate sul reddito e a sistemi di incentivi e disincentivi che incoraggino gli investimenti e rendano poco convenienti le politiche considerate dannose socialmente.

LETTA IERI ha rivendicato la sua proposta complessiva: non una semplice tassazione aggiuntiva ma lo spostamento di risorse verso le nuove generazioni. «La reazione che ho ricevuto dimostra che non siamo un paese per giovani. Non mollo». «Il Partito democratico rivendica il diritto dovere di proporre idee e soluzioni per il paese – dicono dal Nazareno -Affronteremo con serietà il confronto nella maggioranza sulla riforma fiscale, anche a Bruxelles Letta ha ribadito il sostegno a Draghi e l’esigenza di spingere sulle riforme». Poi chiariscono che quella del segretario dem «è una proposta per questa legislatura, da fare oggi» e di cui discutere quando «si aprirà il confronto nella maggioranza sulla riforma fiscale». Si ribadisce che tutto nasce dalle proposte del Forum Disuguaglianze e Diversità di Fabrizio Barca.

L’IDEA DI TASSARE le successioni dei più ricchi viene condivisa dalla gran parte del partito, Nicola Zingaretti in testa. «L’idea di Letta è buona – afferma l’ex segretario – Non si toglie all’economia, si ridistribuisce ricchezza verso i giovani, coloro che pagheranno di più la crisi e i nostri debiti». Gli dà man forte il sindaco di Firenze Dario Nardella: «Nel paese reale tutti questi italiani che guadagnano cinque milioni di euro non li vedo – sostiene Nardella – Io faccio il sindaco e vedo un sacco di gente disperata. Perché questo paese in questa situazione non deve parlare dei giovani? Perché non parliamo dei nostri ragazzi, diciottenni, che si apprestano ad affrontare la vita con l’università ed il lavoro, e non vedono la luce in fondo al tunnel?» Anche se un altro ex renziano come Andrea Marcucci critica «tempi e modi» del progetto. Gli risponde Francesco Boccia, responsabile enti locali del partito: «Chi si ostina a non vedere l’emergenza giovani, soprattutto quelli che vivono nelle periferie, è politicamente miope». Secca la chiusura dalla segreteria: «Il Pd è reduce da tante divisioni – fanno sapere – Su questo tema è legittimo che ci sia una discussione su alcuni aspetti della proposta, ma le divisioni non ci sono»