Vince chi se la cava meglio con twitter: «Missione compiuta, Imu cancellata», digita svelto Angelino Alfano dal consiglio dei ministri che volge al termine. «Parola Imu scomparirà dal vocabolario del futuro», insiste il vicepremier per la gioia di Silvio Berlusconi, assicurando che per finanziare l’abolizione dell’Imu non aumenteranno altre tasse.

In effetti Alfano non mente: la parola Imu scomparirà. Sarà sostituita da Taser (la cosiddetta service tax). Non «altre tasse» che aumentano, ma una nuova tassa, federale. Slogan che mette d’accordo tutti: «Nel 2013 l’Imu non sarà pagata». Da nessuno. Ma vanno ancora trovate le coperture per il saldo di dicembre 2013, da indicare nel decreto che accompagnerà la legge di stabilità (c’è tempo fino al 15 ottobre) e va articolato ciò che Enrico Letta preferisce chiamare «superamento» dell’Imu piuttosto che abolizione: partirà ora il confronto con i comuni.
Ma adesso «guardiamo al futuro con più fiducia», è soddisfatto il presidente del consiglio, che grazie al gioco di prestigio e alla ormai consueta tattica del rinvio guadagna per il governo da lui presieduto almeno qualche mese di vita. Anzi, «il governo non ha più scadenza», assicura. Sarà eventualmente Berlusconi – in base all’evoluzione delle sue vicende giudiziarie e all’andamento delle sue aziende – a decidere di fissarne un’altra.

Per ora il Pdl in coro è autorizzato anche a strapazzare i generosi alleati: «Bravo Angelino. Sconfitti i tassofili. Vittoria Pdl», cinguetta Maurizio Gasparri. Più generoso Silvio Berlusconi, che alla cancellazione dell’Imu aveva appeso la vita delle larghe intese ritenendola un «punto cardinale», non solo «pratico» ma anche «simbolico»: «Il Popolo della Libertà ha rispettato il patto con i suoi elettori e il presidente Letta ha rispettato le intese con il Pdl», dichiara in una lunga nota che arriva in tempo per la conferenza stampa al termine del consiglio dei ministri e nella quale annuncia un futuro di prosperità, con redditi più alti, consumi che subito ripartiranno e nuovi posti di lavoro. 

Ma se sul «punto pratico» si preferisce per ora non approfondire (Renato Brunetta assicura invece che anche dalla service tax saranno abolite prime case, terreni agricoli e prefabbricati, ma non dovrebbe essere così), su quello «simbolico» sottolineato dallo stesso Cavaliere un risultato il leader del Pdl lo ha già ottenuto: la service tax, spiega Letta, riguarderà appunto i servizi e non il concetto di «proprietà dell’abitazione». Il premier comunque assicura anche che alla fine si arriverà a «una diminuzione del carico fiscale sulle famiglie».

«Apprezziamo che la service tax sia introdotta a partire dal 2014, potendo così disporre del tempo necessario al miglior decollo di questo nuovo tributo», commenta Piero Fassino, sindaco di Torino e presidente Anci.

Nella conferenza stampa a palazzo Chigi una giornalista chiede a Alfano se dunque si tratti di una vittoria del Pdl. Ma è Letta a rispondere stoppando il suo vice: «E’ una vittoria del governo». «E’ una vittoria di Berlusconi», dicono invece in coro i ministri pidiellini, sperando così anche di tranquillizzare l’ex premier. Ma ora tocca «alla battaglia più importante, quella per la democrazia», rilancia subito Daniela Santanchè riferendosi alla questione della decadenza di Berlusconi da senatore.

Di fonte a tanto orgoglio pidiellino, il Pd si concentra soprattutto sugli altri provvedimenti contenuti nel decreto varato ieri: il rifinanziamento, con 500 milioni, della cassaintegrazione in deroga, e circa 700 milioni di euro in 5 anni favore di altri 6.500 esodati, quelli indicati come «licenziamenti individuali». Entusiasmi raffreddati dalla Cgil, che ritiene le risorse stanziate per la Cig in deroga sufficienti appena per l’emergenza ma non per risolvere il problema, così come per gli esodati: «Fondi scarsi e poco significativi». E durante il cdm alcuni ministri del Pd avevano chiesto di allargare la platea degli esodati su cui intervenire.

Caustico, poi, Massimo D’Alema, ieri alla festa del Pd di Firenze: «Fa piacere che si sia trovata una soluzione alla questione dell’Imu, adesso speriamo che il governo possa dedicarsi più intensamente a questioni più importanti, che sono quelle della crescita e dell’occupazione». E aggiunge, rompendo le uova nel paniere: «E’ stata trovata una soluzione equilibrata, nel senso che è stata cancellata la prima rata dell’Imu, poi subentrerà un’altra tassazione, affidata ai comuni, come è giusto, e che dovrà’ essere applicata, secondo me, non ai cittadini meno abbienti».

Il presidente del consiglio invece ingaggia anche una polemica a distanza con Mario Monti. Il Professore lamenta il cedimento di Letta, Saccomanni e del Pd al Pdl e a Berlusconi. Ribatte il premier: «Difendo questa riforma per il merito, non per le intese politiche». Diverse le parole pronunciate in consiglio dei ministri: «Se superiamo questo scoglio avremo la strada in discesa».