La cipolla è un ortaggio generalmente molto apprezzato, le cui qualità gastronomiche sono note a tutti. Forse sono meno conosciute le sue proprietà benefiche. La cipolla è antibatterica e antinfettiva, stimola la funzionalità renale, combatte i vermi intestinali. Il suo consumo è particolarmente consigliato ai diabetici e ai soggetti a rischio cardiovascolare.

Che la cipolla influisse positivamente sulla glicemia lo si sapeva almeno dal 1923, come si legge nell’eccellente e ancora valido testo Piante medicinali: chimica, farmacologia e terapia di R. Benigni, C. Capra, P.E. Cattorini, edito a Milano da Inverni & Della Beffa nel 1962. L’effetto diuretico della cipolla è notevole, con effetti benefici su artrite e artrosi, iperuricemia e gotta. Non dimentichiamo inoltre le proprietà batteriostatica e antibiotica, particolarmente utili soprattutto nelle infiammazioni delle vie respiratorie e nelle sindromi influenzali.

Negli anni Quaranta del secolo scorso, quando gli antibiotici non erano ancora disponibili, sono state fatte interessanti sperimentazioni nella medicazione di ferite e di piaghe purulente utilizzando una pasta di cipolla cruda tritata. Quando i tessuti lesionati erano esposti ai vapori di cipolla il dolore e la suppurazione scomparivano già dopo le prime applicazioni, mentre la cicatrizzazione della lesione iniziava prontamente. Perfino nelle squame secche più esterne del bulbo si sono trovate sostanze disinfettanti attive nei confronti dei funghi patogeni.

Alcune esperienze più recenti confermano che alcuni interessanti composti organosolforati contenuti nella cipolla (e nell’aglio) sono efficaci nel contrastare l’insorgenza di tumori a carico di cavo orale, faringe e laringe (Molecular Nutrition & Food Research 59, 9, 1641–1650, September 2015).

In tempi di Covid, sembra molto interessante una recentissima ricerca effettuata da un gruppo di ricercatori delle università di Cosenza, di Saragozza e di Madrid. È stato accertato che la quercetina della cipolla, una sostanza dalle forti proprietà antiossidanti, antinfiammatorie e anticancro, contrasta efficacemente la replicazione del virus (International Journal of Biological Macromolecules, 164:1693-1703,2020). Si tratta ovviamente di risultati preliminari, ai quali manca ancora una validazione clinica, ma suonano come conferma dell’eterna giovinezza di questo ortaggio antico.