Intorno alle 20 di ieri sera Alarm Phone, progetto che riceve i segnali di aiuto dalle barche di migranti in difficoltà nel Mediterraneo e li inoltra ai centri nazionali di coordinamento dei soccorsi e alle navi che si trovano nelle vicinanze, ha denunciato su Twitter l’aggressione a un’imbarcazione da parte delle autorità maltesi. «Migranti aggrediti in mare? – ha scritto su Twitter – Le 70 persone in pericolo vicino Malta ci hanno chiamato e detto: “Abbiamo un’emergenza. L’esercito maltese è arrivato e ha tagliato il cavo del motore. Imbarchiamo acqua”. Hanno detto: “Vi lasciamo morire in mare. Nessuno arriverà a Malta”».

Il riferimento è a una barca in difficoltà per cui Alarm Phone aveva invocato un intervento di salvataggio durante tutta la giornata. Il primo contatto era stato stabilito martedì mattina intorno alle 10. Quasi contemporaneamente era arrivata la richiesta d’aiuto di un’altra imbarcazione, con a bordo circa ottanta di rifugiati.

Secondo le coordinate ricevute, entrambe si trovavano in piena zona Search and rescue (Sar) maltese, generando quindi un obbligo legale di intervento delle autorità di La Valletta con l’obiettivo di salvare i potenziali naufraghi. In una comunicazione successiva Alarm Phone aveva scritto: «Le autorità sono informate ma non reagiscono. Il Covid-19 non è una scusa per lasciar morire persone in mare».

In serata un articolo del Times of Malta ha menzionato la decisione del governo di dichiarare anche i porti dell’isola «non sicuri» a causa dell’epidemia. L’annuncio è arrivato dopo un intervento di salvataggio compiuto dall’esercito in zona Sar. Non è chiaro se si tratti di una o di entrambe le imbarcazioni con cui era in contatto Alarm Phone.