Memoria e ricordo i temi della rubrica odierna. Ad un anno dalla scomparsa del pianista e compositore Giorgio Gaslini (29/7/’14) si terrà la serata conclusiva del Premio Internazionale dedicato al grande musicista, ideato ed organizzato dall’Istituto Manara alla cui biblioteca il Maestro donò gran parte del proprio archivio musicale. Il 17 ottobre, all’auditorium Mosconi di Borgo Val di Taro (provincia di Parma, luogo di residenza di Gaslini nell’ultimo ventennio), la selezionata giuria composta da Franco D’Andrea, Roberto Bonati e Gianluigi Trovesi ascolterà insieme al pubblico i pianisti concorrenti e sceglierà il vincitore. Ad esso andranno un premio in denaro ed un breve tour di concerti.

Questo il profilo ideale dei candidati, secondo i comunicati stampa: ««tutti under 30: pianisti che operino all’interno del linguaggio jazz e che, partendo da questo, si muovano musicalmente in quei territori avventurosi che li avvicinino all’intuizione di Gaslini, appunto, di Musica Totale. Ma soprattutto giovani artisti meritevoli di un supporto esattamente come avrebbe fatto il Maestro se fosse stato in vita»». Il pianista, in effetti, ha sempre valorizzato i musicisti della nuove generazioni e la lista sarebbe lunghissima con nomi quali Bruno Tommaso, Massimo Urbani, Tiziana Ghiglioni, Fabio Morgera. Fondamentale, poi, incoraggiare chi ricerca linguaggi sperimentando e con la profonda consapevolezza del ruolo sociale dell’artista che Gaslini ha sempre avuto.

Il volume I 100 scatti del fotografo Luca A. d’Agostino (udin&Jazz/euritmica, pp.131, euro 15) ricostruisce iconograficamente i venticinque anni della rassegna friulana Udin&Jazz.
Le foto in b/n sono raccolte in modo particolare: quattro capitoli rispettivamente dedicati a ritratti singoli («52/a solo»), a forme geometriche suggerite dai rapporti tra elementi fotografati («9 cerchio / quadrato / triangoli / diagonali»), a «duetti» artistici («14 dialogiche»), a scatti in cui la musica interagisce con l’ambiente («25 paesaggi»).

D’Agostino si conferma fotografo originale e creativo, in grado di cogliere nessi, di raccontare, di suggerire la musica e di andare oltre ad essa. Il testo, inoltre, offre altri materiali per contestualizzare il festival udinese: un breve quanto denso saggio del critico Flavio Massarutto, una testimonianza del direttore artistico di Udin&Jazz Giancarlo Velliscig ed il cartellone completo di tutte le edizioni, con artisti e luoghi.

Si sottolinea come la nascita del festival udinese coincida come il momento in cui fiorisce il giovane jazz friulano che ha saputo esprimere talenti di valore internazionale (da Daniele DAgaro a Francesco Bearzatti) oppure come abbia resistito caparbiamente nel proporre una musica d’arte «in una società sempre più orientata al consumo superficiale e frettoloso» (p.6).

luigi.onori@alice.it