Creare «una coalizione per i beni comuni e il diritto alla città» da Milano a Bologna e Roma, da Napoli a Reggio Emilia. Istituire o consolidare «laboratori municipali che stanno ri-connettendo pezzi di società in nuove coalizioni». Partecipare a una giornata di iniziativa e lotta, prevista martedì primo marzo, e rivolta «all’organizzazione del conflitto del lavoro migrante». Alimentare i nuovi processi di sindacalizzazione del lavoro, appoggiando le sperimentazioni del sindacalismo sociale e quelli dei lavoratori precari, autonomi e indipendenti (appartenenti agli ordini professionali e non) impegnati nella scrittura di un vero statuto universale dei lavori «che implichi anche misure finalizzate all’equità fiscale e previdenziale».

Sono questi gli obiettivi dell’assemblea su «reddito, ecologia e democrazia» tenutasi al centro sociale Leoncavallo nel fine settimana scorso. In un documento, intitolato «Per una primavera in movimento» i movimenti e le associazioni che hanno risposto all’appello dello storico centro milanese hanno declinato un’analisi sulla cittadinanza. «Il patrimonio pubblico, i beni e i servizi dei nostri territori sono oggetto di un processo di svendita» sostengono gli attivisti. In questa cornice, riflettori puntati sul ruolo della Cassa Depositi e Prestiti.

L’alternativa sta nel valorizzare «una cooperazione sociale lavorativa e non» da organizzare nei comuni, la base di un’idea di democrazia radicale e municipale, sull’esempio di quanto sta accadendo in Spagna, ad esempio. L’esempio italiano più ricorrente è stato il regolamento sugli usi civici approvato dalla giunta napoletana di De Magistris a partire dall’esperienza di lotta condotta dall’ex Asilo Filangieri: un modello di auto-organizzazione, giudicato come l’antidoto alla gestione commissariale della politica. L’auspicio dell’assemblea è «connettere» e «federare» i «laboratori municipali» «per agire insieme e proiettarsi in Europa». Si formula, inoltre, un «diritto del comune» «che conquisti la moratoria di ogni atto di forza, siano gli sfratti di chi rivendica il diritto all’abitare, siano gli sgomberi di chi ha aperto spazio sociali e culturali».

Un nuovo appuntamento, per approfondire i nodi tematici, è previsto per metà di aprile.