Il caso di Leonarda, ragazzina kosovara di 15 anni espulsa dalla Francia assieme alla famiglia perché sans papiers, ha spaccato il partito socialista e sta facendo tremare il governo Ayrault. Il ministro degli interni, Manuel Valls, è accusato di “fare come Sarkozy” e di aver permesso che Leonarda Dibrani venisse fermata dalla polizia mentre era in gita scolastica, mercoledi’ 9 ottobre. Il ministro, in difficoltà, ha aperto un’inchiesta amministrativa, per stabilire come sono andate le cose (forse sarà il prefetto a pagare). Il Movimento dei giovani socialisti e il Parti de gauche hanno chiesto le dimissioni di Valls. “La vergogna è adesso”, ha affermato Jean-Luc Mélenchon. Il Parti de Gauche parla di “lepenizzazione delle menti”, in un momento in cui il Fronte nazionale rischia di diventare il primo partito del paese nelle intenzioni di voto per le prossime europee.

Il malessere ha invaso il Ps. “C’è la legge – ha commentato Claude Bartolone, presidente dell’Assemblea nazionale – ma ci sono anche dei valori sui quali la sinistra non puo’ transigere, senza perdere l’anima”. Per Emmanuel Maurel, dell’ala sinistra del Ps, “se le cose sono andate come dicono le prime testimonianze, abbiamo oltrepassato i limiti dell’accettabile”. Vincent Peillon, ministro dell’Educazione nazionale, chiede che “non succeda mai più” e che la scuola “venga preservata come un luogo protetto”. “Non bisogna andare a cercare i bambini a scuola per espellerli” ha detto Bruno Le Roux, capogruppo socialista all’Assemblea. Nel Ps in molti hanno definito “rastrellamento” il caso di Leonarda. Da Pristina, dove è stata deportata con la famiglia, Leonarda ha detto di voler “tornare in Francia, per andare a scuola e avere un avvenire”.

François Hollande, prudente come al solito, vuole “vederci più chiaro” prima di prendere posizione. “Se c’è stato un errore la sentenza di espulsione sarà revocata”, ha promesso ieri il primo ministro Jean-Marc Ayrault, cercando di spegnere l’incendio. Ma Ségolène Royal ha ribattuto a Bartolone sulla questione dei valori: “il rispetto della legge è un valore di sinistra” (la legge ha condannato la famiglia Dibrani all’espulsione e Leonarda, malgrado frequenti la scuola media in Francia, non poteva restare nel paese da sola perché minorenne). Per l’Ump: “se Leonarda e la sua famiglia tornano in Francia, vuol dire che la sinistra non rispetta e leggi della Repubblica”.

A sinistra, il conflitto è tra la legge e i valori. E’ esploso sul caso umano di Leonarda, l’ultimo rospo che parte della sinistra non ha potuto ingoiare dopo averne ingurgitati già tanti, sia sul fronte dell’accoglienza dei rifugiati che su quello economico. Valls, che è il ministro più popolare del governo e sogna l’Eliseo per il 2017, è il volto della “legge e ordine” del governo, che già una decina di giorni fa aveva suscitato una polemica con delle affermazioni sui rom, da lui considerati difficilmente integrabili. Nei primi otto mesi di quest’anno, 18.126 persone sono state espulse dalla Francia, per eguagliare Sarkozy ce ne vogliono una trentina al giorno fino alla fine dell’anno (questa politica costa molto cara, 550 milioni di euro l’anno).

La vicenda della famiglia di Leonarda Dibrani è emblematica della situazione amministrativa in cui si trovano numerosi clandestini in Francia, anche dopo l’arrivo dei socialisti al potere, che non hanno cambiato radicalmente politica rispetto ai tempi di Sarkozy. Si tratta di una famiglia rom arrivata in Francia dal Kosovo nel 2009. La richiesta d’asilo è stata respinta, in primo grado nel 2009 e in appello nel 2011. Tre altre sentenze amministrative, tra il 2012 e il 2013, in seguito ai ricorsi presentati dalla famiglia confermano che i Dibrani devono lasciare la Francia, benché alcuni dei figli frequentino la scuola. Un tentativo di ottenere i documenti di soggiorno grazie alla circolare Valls del 28 novembre 2012, che apre qualche spiraglio in più, fallisce di nuovo. Il padre viene fermato all’inizio di settembre ed espulso verso Pristina l’8 ottobre. Il giorno dopo toccava al resto della famiglia, la moglie e i sei figli (compresa l’ultima bambina, nata in Francia), che erano stati posti in residenza sorvegliata a Levier, nel Doubs (circolare Valls del 6 luglio 2012, che evita a famiglie con bambini di essere rinchiuse nei centri di ritenzione per clandestini). Quando la polizia è andata a cercarli per l’espulsione, Leonarda non c’era perché era in gita scolastica, su un autobus in viaggio da Levier a Sochaux, per visitare la fabbrica Peugeot. La ragazzina e la professoressa che accompagnava gli allievi sono state avvertite per telefono che Leonarda doveva scendere dall’autobus. Per il ministero degli interni non c’è stata violenza. Leonarda parla di “umiliazione” di fronte ai compagni. E’ stato il Resf (Rete istruzione senza frontiere) a far conoscere il caso. Ieri a Parigi c’è stata una manifestazione di liceali, che oggi faranno un sit in di fronte al ministero degli interni, per protestare contro l’espulsione di un liceale armeno di 19 anni.