Il nome e cognome di Lennie Niehaus – altista, oboista, arrangiatore, compositore statunitense – evoca molte associazioni. Ora che è scomparso a novant’anni il 28 maggio (è spirato a casa della figlia a Redlands, California), Niehaus fa venire in mente l’orchestra di Stan Kenton, la migliore scuola jazz della West Coast, l’incontro fra musiche classiche e di derivazione afroamericana, la produzione di materiali didattici, la composizione di musiche da film in partnership spesso con Clint Eastwood. Una vita piena di successi la sua, con un’ampia e variegata produzione che resta a testimonianza di una creativa versatilità.

LENNIE e Clint si conoscono nel 1953 a Fort Ord (California), accomunati dalla passione per il jazz, quando erano entrambi nell’esercito. Alla fine degli anni ’50 l’altista, dopo aver collaborato con il pianista Lalo Schifrin, abbandona la scena musicale per lavorare – con più serenità e guadagni – alla composizione di musiche per telefilm e show televisivi. Regala, però, al mondo del jazz una manualistica importante che ancora oggi viene utilizzata: i volumi della serie Jazz Conception for Saxophone, da quello basic all’avanced, testi famosi per rigore, chiarezza, efficacia. Negli anni ’80 Lennie Nienhaus passa alla scrittura di colonne sonore per film con Corda tesa di Richard Tuggle, dove incrocia Eastwood protagonista della pellicola.

A dire il vero fin dal 1962 l’altosassofonista aveva preso a collaborare, come orchestratore, con il musicista Jerry Fielding, molto apprezzato da Clint per le colonne sonore di film polizieschi e western. Niehaus scrive per Clint – dall’85 sino al 2002 – i soundtrack de Il cavaliere pallido, Gunny, Cacciatore bianco, cuore nero, La recluta, Gli spietati, Un mondo perfetto, I ponti di Madison County, Potere assoluto, Mezzanotte nel giardino del bene e del male, Fino a prova contraria, Space Cowboys e Debito di sangue.

FU ANCHE direttore musicale per Bird, il film eastwoodiano imperniato sulla vita di Charlie Parker in cui si tentò l’allora inedita operazione di estrarre i soli di Parker dalle incisioni originali e di far suonare a boppers e musicisti «contemporanei» (da Jon Faddis a Red Rodney, da Ron Carter a Barry Harris) accompagnamento, scansione ritmica e altri assoli, sotto la supervisione di Lennie Niehaus.

La carriera jazzistica precedente dell’altista è a dir poco smagliante. Dopo una completa formazione accademica (Bachelor of Arts in musica, diploma di insegnamento nel 1951), entra nel 1954 e resta sino al ’59 nella orchestra progressive diretta da Stan Kenton. Qui è solista all’alto e nel pool degli arrangiatori ma Niehaus si guarda attorno e realizza vari album per la Contemporary ed altre etichette.

ATTORNO a sé, in organici dal quintetto all’ottetto, riunisce i migliori jazzmen della West Coast per composizioni che hanno il rigore formale della musica classica unito a relax e fantasia improvvisativa. Con Lennie Niehaus suonano, tra gli altri, Jimmy Giuffre, Shorty Rogers, Frank Rosolino, Hampton Hawes, Red Mitchell e Shelly Manne. Dischi come The Quintet & Strings, The Octet, The Sextet (1955-‘56) sono di altissimo profilo e, come afferma il critico Christian Tarting: «Niehaus è emerso per l’eccezionale qualità del suo stile di composizione e di arrangiamento in piccole e medie formazione jazz: il suo desiderio di far coesistere strutture classiche e swing ha determinato successi incontestabili».