L’altro giorno è venuto a parlarmi un uomo non più giovane, segnato da una tragedia personale (ha perso la figlia), che sente l’urgenza di fare delle cose, perché, (consapevolezza troppo poco diffusa) capisce che le occasioni non sono infinite e che il tempo è limitato. Aveva fretta perché non vuole tradire le attese affidate dai suoi padri e quelle indispensabili a chi viene dopo di noi. Il dolore non l’ha chiuso, anzi, l’ha reso attento a quello degli altri e invece di lamentarsi, di essere vittimista o cercare a tutti i costi improbabili benesseri cerca con determinazione di aiutare gli...