In Spagna sì. Al parlamento europeo a Bruxelles sì. In Italia no: è terminato prima di cominciare, all’aeroporto di Fiumicino di Roma, il viaggio di Leila Khaled in Italia. Ufficialmente per la non validità del visto Schengen (che gli organizzatori del tour smentiscono), ufficiosamente per la campagna da settimane attiva online e sui quotidiani nazionali per non far parlare l’attivista palestinese nel nostro paese. Leila Khaled fa ancora paura. Una raccolta firme è stata lanciata sulla piattaforma Change.org «contro la terrorista palestinese», mentre sui media esponenti della comunità ebraica italiana denunciavano «la visita dell’ex terrorista». La stessa che a fine...