Il LAVORO RENDE LIBERI con il quale Adolf Hitler accoglieva i suoi ospiti all’ingresso di Auschwitz; la COLLETTIVIZZAZIONE con cui Joseph Stalin sfoltì di qualche milioncino l’eccessivo numero di contadini kulaki, l’ESPORTAZIONE DI DEMOCRAZIA sulle abitazioni civili di Bagdad e dintorni da parte di George Bush; l’operazione RAMOSCELLO D’ULIVO con cui Recep Erdogan benedisse i curdi in Siria a decine di migliaia, e ora L’OPERAZIONE MILITARE SPECIALE con cui Vladimir Putin ha sostituito la parola «guerra» (con dietro l’angolo OPERAZIONE MILITARISSIMA SPECIALISSIMA al posto di «genocidio»); insomma sembra proprio che al Tristo Mietitore stragi e massacri vengano assai meglio se ribattezzate con uno scontranome.

Ma attenzione, non siamo per nulla dalle parti della neo-lingua orwelliana: la nova lingua putiniana infatti non vuole rendere il lessico sempre più scarno come in «1984», ma al contrario moltiplicarne i significati per arricchire in TV gli sproloqui tra capponi di Renzo. Ecco allora CORRIDOIO UMANITARIO che certamente significa «via di fuga» ma anche «tiro al bersaglio» se non ancor più specificatamente «tiro all’uomo col trolley». In quanto poi a DENAZIFICAZIONE, il neologismo recide definitivamente ogni legame col polveroso nazismo che fu, per più genericamente significare: «ottimizzare il fattore mal funzionante»: in primis, ça va sans dire, Volodimir Zelens’kyj che essendo ebreo, nazista non potrà magari essere ma mal funzionante sì. E così, denazificare si può di tutto un po’: dal Tribunale Penale Internazionale da dove andrebbe defenestrata la Del Ponte, alla stampa libera dei paesi occidentali, fino agli stessi servizi segreti russi. A quel punto a cascata… una squadra di calcio gioca male? denazifichiamo l’allenatore, un condominio è mal gestito? denazifichiamo l’amministratore, una fabbrica produce poco? denazifichiamo gli assenteisti e via discorrendo.

Non è poi affatto escluso che questo progressivo slittamento semantico non arrivi fin dentro le nostre stesse case: «cara, hai denazificato le vongole che l’ultima volta erano piene di sabbia?»; «tesò, c’è la lettiera del gatto che puzza… denazifico io o denazifichi tu?». In quanto a «resa senza condizioni» e «cappio stretto al collo» la nova lingua putiniana ha invece qualche difficoltà a far entrare nelle teste di quegli zucconi degli ucraini -perfino i russofoni più russofili- i loro nuovi scontranome: PACE per la prima, NEUTRALITÀ per la seconda.