Corsa contro il tempo per approvare, entro stasera, la legge di stabilità al Senato. Ieri in Commissione Bilancio si è lavorato fino a tarda sera per riuscire ad avere il testo pronto entro oggi: in questo modo, il governo potrebbe recarsi in mattinata in Aula per porre la fiducia – già annunciata dal ministro Dario Franceschini – così da metterla al voto in serata. Il tutto per arrivare con la fiducia già incassata al voto di domani, quello sulla decadenza da sentatore di Silvio Berlusconi.

Nei contenuti la manovra è già piuttosto chiara: le ultime news riguardano la nuova – l’ennesima – versione della tassa sulla casa, adesso diventata «Iuc». Prima era Trise, poi si era parlato di Tuc, adesso un accordo tra Pd e Pdl ha portato i due relatori a presentare un emendamento che introduce una tassa unica (Imposta unica comunale, appunto Iuc), divisa in tre parti: immobiliare (la vecchia Imu, da cui sarebbero esentate tutte le prime case, tranne quelle di lusso), rifiuti, e servizi. Inoltre, è stato aumentato di 500 milioni il fondo per le esenzioni destinato ai Comuni, che così potranno intervenire su famiglie numerose e fasce disagiate (il fondo sale a 1,5 miliardi).

Scandalose le decisioni sulle pensioni: salta la rivalutazione piena dei trattamenti fino a quattro volte il minimo Inps. E salta il prelievo di solidarietà sulle pensioni d’oro.

Le dichiarazioni sulla nuova Iuc, forte dell’accordo di maggioranza (che la Tuc, solo del Pdl, non aveva) sono trionfalistiche, tanto da spingere il sottosegretario Giovanni Legnini ad affermare che «ora abbiamo la certezza che si pagherà meno del 2012 e le famiglie proprietarie di prima casa con figli usufruiranno di detrazioni estese». Come dire che il tema su cui si era sviluppata la rivolta del Pdl (e oggi soprattutto di Forza Italia), ovvero una «nuova» Imu più cara della precedente ma solo con un nome diverso, adesso con la Iuc sarebbe magicamente risolto. Si aspettano ovviamente i conteggi.

È stato invece rinviato il consiglio dei ministri atteso per oggi, quello che avrebbe dovuto stanziare i fondi per coprire l’ultima rata dell’Imu 2013 e che avrebbe dovuto dare l’ok alla rivalutazione delle quote di Bankitalia: misura che frutterebbe allo Stato nuovo gettito per circa 1,2-1,5 miliardi di euro, a seconda della valutazione finale (dai 5 ai 7,5 miliardi di euro), soldi che però potrebbero arrivare solo nel 2014 e che potrebbero evitare l’aumento dell’accise sui carburanti nel 2015. Già la settimana scorsa i due temi erano slittati, e adesso un nuovo rinvio: il governo ha addotto finora sempre ragioni «tecniche», ma è evidente che si fatica ancora a trovare le coperture per l’esenzione Imu.

Su altre due questioni si è scelto un rinvio più ampio: sugli stadi, hanno riferito i relatori, si rimanda la questione alla Camera, dove verrà presentato un apposito emendamento. Non tramonta affatto, quindi, il progetto di dare il via a nuove costruzioni sportive e non solo (sarebbero annessi edifici residenziali, centri commerciali, negozi, ristoranti, per aree non meglio specificate): solo che la protesta degli ambientalisti e i dubbi generati all’interno dello stesso Pd hanno portato per il momento l’esecutivo a soprassedere. Idem per le spiagge: i relatori hanno annunciato che l’argomento non è accantonato: in questo caso però si utilizzerà lo strumento della legge delega, perché siano riviste le concessioni, d’intesa con la Ue, e il passaggio alle Regioni.

Pd e Pdl non hanno abbandonato il tema della sanatoria (qualcuno aveva parlato anche di «condono») rispetto alle cartelle esattoriali di Equitalia non ancora riscosse: un emendamento, anch’esso concordato tra i due partiti di maggioranza, prevede che non si dovranno pagare gli interessi maturati, ma conferma che invece sono dovute il 100% delle sanzioni decise dall’Agenzia delle Entrate. Un compromesso che rende meno generosa la sanatoria, ma che comunque vuole venire incontro a chi non ha regolato tutti i propri conti con il fisco.

Infine, oggi si riuniscono Cgil, Cisl e Uil per approntare nuove iniziative anti-manovra.