La fretta è la cifra del governo. La fiducia è la cura degli errori causati dall’approssimazione. Questo scenario si è ripresentato ieri in Senato dove non è stata votata la fiducia sul maxiemendamento alla legge di stabilità presentato dall’esecutivo. La ragione del ritardo è stata la difficoltà di collezionare il testo e la relazione tecnica della legge. Oggi si dovrebbe entrare in aula con un «testo aperto», senza che la Commissione Bilancio abbia potuto concludere l’analisi degli emendamenti. I senatori dovrebbero anche capire se l’esecutivo opterà per un testo unico o, come accaduto alla Camera, su più di un articolo su cui mettere una fiducia plurima. Cioè la pietra tombale su ogni possibile discussione, e quindi opposizione.Il sottosegretario al ministero dell’Economia, Pier Paolo Baretta, assicura che il maxiemendamento «conterrà tutte le norme votate e quelle condivise» in commissione Bilancio.
Non tutto è così semplice. La situazione è in stallo da due giorni. In più il testo della manovra non ha ricevuto il mandato del relatore, il presidente della commissione, Antonio Azzollini (Ncd). «Questo modo di lavorare è inaudito» ha commentato Alberto Ayrola, capogruppo di M5s. «La verità è che hanno puntato a non concludere in commissione per tenersi le mani libere», ha affermato Loredana De Petris, capogruppo di Sel. Non è mancata l’ironia di Maurizio Gasparri, vicepresidente del Senato, al termine della capigruppo: «Questi giovanotti avrebbero bisogno di un vero e proprio corso di formazione professionale…».
Gli enti locali sono nervosi. Nella legge di stabilità 2015 «mancano misure volte al rilancio degli investimenti pubblici, le opere pubbliche sono vittime dell’austerità» scrive l’osservatorio congiunturale dell’Ance. Rispetto al 2014 gli investimenti per nuove infrastrutture scenderanno dell’11%, portando il calo al 45% rispetto al 2008. «Voglio ribadire – ha detto il presidente dell’Upi Alessandro Pastacci – che oltre alla gravissima situazione legata al destino del personale delle Province e delle Città metropolitane, resta, con il taglio di 1 miliardo, l’emergenza sui servizi essenziali, dalla gestione e manutenzione di strade e scuole agli interventi sull’ambiente, che questa manovra mette a rischio già a partire dal 1 gennaio prossimo». «Alcune proposte della Legge di Stabilità sono chiare, altre si confondono: per esempio, non è così chiaro quel che succederà sulla sanità, se verrà mantenuto l’aumento o se verrà ridotto» ha aggiunto il presidente della Regione Piemonte e della Conferenza delle Regioni, Sergio Chiamparino. «Non abbiamo espresso nessun parare, siamo in attesa che in Senato venga predisposto in via definitiva il maxiemendamento – ha detto Roberto Pella, vice presidente Anci – sul metodo è la terza volta che viene rinviato il parare perché mancano dati certi».