Il pianeta è un grande malato affetto da una sindrome di cui l’attuale pandemia di Covid-19 non è altro che uno dei sintomi. Cambiamenti climatici, catastrofi ambientali, guerre, migrazioni forzate, disuguaglianze, tossicità affliggono con sempre maggiore violenza il vivente: relazione, diversità, cambiamento, equilibri. Paradossale è la distanza enorme che intercorre tra la gravità di quello che stiamo vivendo e la superficialità con cui la politica la sta affrontando. Sappiamo che non per tutti è cosi: che in diversi luoghi ed in molteplici forme esistono tentativi di cura ai mali del mondo. Di quelle esperienze e pratiche di donne e uomini che negli anni hanno dato vita a movimenti, forme di partecipazione nell’ambito dell’ecologia, dell’accoglienza, della lotta alla povertà, del pacifismo, dell’antirazzismo, del femminismo, dell’antispecismo è animato il libro Niente di questo mondo ci risulta indifferente (Interno 4 Edizioni, a cura di Daniela Padoan).
Il libro è il frutto di un notevole e complesso lavoro collettivo (molti i soggetti, impossibile nominarli tutti) che ha seguito l’ispirazione offerta dall’enciclica di Papa Francesco Laudato si’ ,di cui il 24 maggio ricorre il quinto anniversario: un documento politico straordinario e prezioso nella sua capacità di rivolgersi a tutti, credenti e non credenti, che richiama a quel cambio di paradigma indispensabile al cambiamento: la necessità di una visione integrata delle problematiche del pianeta, la capacità di «ascoltare il grido del povero che è anche quello della terra».

Tutto è cominciato nel gennaio 2019, quando l’associazione «Laudato Si’» di cui don Colmengna è uno dei fondatori, raduna attorno a un tavolo intellettuali, sindacalisti, attivisti impegnati nella difesa del clima, dell’ambiente e della pace con l’obiettivo di definire e sottoporre degli impegni concreti alla politica, guardando pragmaticamente alle elezioni europee. Quel contesto eterogeneo ha saputo cogliere nel merito l’universalità e la potenza e del messaggio che il Papa ha voluto lanciare al mondo: le crisi ambientali e sociali sono interconnesse. Ce lo dicono anche solo le mille implicazioni e gli effetti devastanti in termini sanitari, sociali, politici del dilagare del virus, e i tanti fattori da cui dipendono: l’indebolimento del sistema sanitario, la distruzione degli habitat, gli allevamenti intensivi, l’iperconsumo, la globalizzazione… Seguendo quindi l’ottica dell’«Ecologia Integrale», soggetti diversi hanno fatto un passo in più verso il superamento di quella separazione delle esperienze, dei corpi e delle specie che è il prodotto guasto della razionalità post-moderna. Si è avviato un percorso politico di cui questo libro è una tappa. Le crisi sono tante ma la risposta deve essere una, e parte dal considerare il rispetto del vivente – qualsiasi vivente – e di tutte le forme di relazione e riproduzione della vita come la base di partenza per la fondazione di un mondo nuovo. Ecco quindi quello che è un manuale, uno strumento a disposizione della società civile e delle istituzioni, che traccia scenari per cui sono necessari cambiamenti radicali nelle priorità della politica e delle scelte di vita. Clima, accoglienza, eco-femminismo, capitalismo, libertà di movimento, legalità, salute, beni comuni, nucleare, economia dello scarto, realtà virtuale e sorveglianza digitale, educazione e lavoro: sono temi su cui il testo vuole riflettere individuando i nessi e che nel paradosso di una società iperconessa vengono ignorati. Si aggiunge lo sforzo prezioso di formulare proposte avanzando la possibilità di un’ ampia risposta democratica ed articolata a livello territoriale, nazionale ed internazionale, agli attacchi di cui l’uomo è sia vittima che carnefice.