E’ la stella di Gary Clark Jr. ad illuminare il panorama mondiale del blues in questo inizio anno, grazie alla pubblicazione lo scorso dieci gennaio del singolo “This Land” che anticipa l’omonimo album in uscita a marzo. Suoni contemporanei e tradizionali al tempo stesso e liriche anti Trump con palesi richiami alla black consciousness, sono gli elementi mescolati con sapienza e stile dal texano. Il quale è solo uno degli apici di una scena musicale che nell’ultimo lustro sta vivendo un rinascimento artistico considerevole e che proprio nel 2019, attende al banco di prova una nutrita schiera di artisti.

A TIRAR le fila è il decano Bobby Rush, il quale a dispetto della non più giovane età, continua nel solco di una carriera che può essere definita leggendaria senza rischio di retorica: nuovo disco e tour europeo nei prossimi mesi. Stesso banco di prova per la rodata Tedeschi Trucks Band che il quindici febbraio renderà fruibile Signs, lavoro che potrebbe consolidarne ulteriormente il ruolo guida nelle orchestre di settore. Il ventidue marzo sarà la volta di Solstice firmato da Luther Dickinson and the Sisters of the Strawberry Moon: dietro l’estroso nome della formazione, il chitarrista del nord Mississippi riunisce musiciste di peso come Como Mamas, Amy LaVere e Birds Of Chicago.

TALENTO e impegno civile al femminile grazie alle Our Native Daughters, supergruppo costituito da R. Giddens, L. McCalla, A. Russell e A. Kiah, che propongono in Songs Of O.N.D. una centralità delle donne afroamericane e della loro importanza nella storia statunitense. Blueswomen ancora protagoniste grazie alle sorelle Jackson, che da Memphis con la loro creatura Southern Avenue, mirano ad affermarsi come la miglior giovane band dell’ambiente, dopo il folgorante esordio nel 2017.

La vecchia scuola non sta a guardare e tra i vari veterani che seguono le orme di Rush, vanno segnalati due nomi. Il primo, ben più noto, è lo sciamanico Watermelon Slim, che non dismette i panni del social activist e sublima se stesso in Church Of The Blues. Il secondo è quello del misconosciuto Little Willie Farmer, che dopo una vita spesa come meccanico, ha l’occasione del grande salto con The Man From The Hill, lavoro di Delta Blues orchestrato nelle retrovie da J. Mathus. Vanno annoverati due happening imperdibili, entrambi connotati da molteplici risvolti emotivi: il cinquantennale del New Orleans Jazz & Heritage Festival e il tour dell’anziano bluesman inglese John Mayall.