Nicola Manzan in arte Bologna Violenta, con Alessandro Vagnoni alla batteria, non placa il suo sperimentalismo, trovando anche questa volta l’ardore di superarsi con un disco che ha le sue radici nel prog. Lontano dal grindcore o l’industrial degli altri lavori, la band mette da parte le chitarre elettriche per il violino e una pedaliera per organo. Ne escono dieci brani brevi e minimali, numerati e intitolati Criptomelodia in onore di Demetrio Stratos, che lasciano senza fiato, decisi ed equilibrati.Manzan senza drum machine punta verso il lato oscuro di un’estetica grind umanizzata da sensazioni di straniamento e solitudine. Un disco che non è per tutti i giorni, che si distacca da ogni sinfonia categorizzata pur se sembra comprenderle tutte giacché, dagli arrangiamenti, affiorano sprazzi di melodie del passato. Una follia criptica e devastante che a ogni ascolto rilascia nuove interpretazioni.