Cento anni fa la Grande Guerra era in corso da un mese, sempre più uomini venivano spediti al fronte, mentre le donne rappresentarono l’unica alternativa alla manodopera maschile nelle fabbriche, che convertirono la produzione in munizioni, perciò le operaie furono chiamate munitionettes. Dopo la consumazione del pasto, come gli uomini anche le donne nei pochi minuti che restavano dopo la pausa pranzo, unico momento di riposo di giornate scandite da ritmi produttivi intensi, cominciarono a calciare il pallone, un fenomeno che ebbe particolare sviluppo in Inghilterra. All’inizio, quando la manodopera non era del tutto femminile, le gare con la palla erano di altro tipo, come racconta Alice Norris:” Noi ci divertivamo a calciare verso le piccole finestre quadrate degli spogliatoi, vinceva chi faceva più centri. Quando vincevano i ragazzi dovevamo comprare un pacchetto di sigarette Woodbiness, quando vincevamo noi dovevano regalarci una tavoletta di cioccolato Five Boys” (Gail Newsham In League of their Own, Pride of Place, Uk, 1994). La svolta si ha nel 1915, quando tutti i calciatori professionisti sono chiamati alle armi, i campi di calcio sono privi dei protagonisti del football e in fabbrica restano solo le munitionettes. Le squadre di calcio femminili si moltiplicano e giocano tra loro la domenica. Inizialmente si tratta di match disputati per raccogliere fondi per la cura dei soldati feriti rientrati dal fronte. Alcuni partite si svolgono proprio contro le rappresentative dei militari in convalescenza negli ospedali, tra queste ricordiamo il match tra le Vikers Ladies di Barrow- in -Furness e la squadra del vicino ospedale di Fairview svoltosi sul campo di Ulverston, la partita di football disputata il 21 luglio a Whiteaven, dove la squadra dei fucilieri gallesi di artiglieria fu sconfitta 3 a 2 dalle operaie del Whiteaven Munition Girls (si veda Giorgio Seccia, Il Calcio in Guerra. Gioco di squadra e Football nella Grande Guerra, Gaspari, 2011). Le divise delle squadre femminili si perfezionano, a volte alcune maglie sono abbellite da un fiocco o da una striscia obliqua colorata, le ragazze del Workinton indossano la maglia rossa, a strisce bianche e verdi quelle della Blyant Spartan, a strisce bianche e nere quelle delle Dick, Kerr’s Ladies, mentre per la parte inferiore le operaie indossano una gonna pantalone fin sotto le ginocchia, le più sbarazzine, contravvenendo a qualsiasi norma e destando non poco scandalo scelsero i pantaloncini. Il livello di gioco espresso dalla munitonettes era considerevole, tanto che in un incontro tra le ragazze Dick, Kerr’s Ladies e quelle della fonderia Arundel Couthard disputatosi il 25 dicembre del 1917, innanzi a un pubblico di 10 mila spettatori paganti e con un incasso di 488 sterline, una somma ragguardevole in tempi di guerra, il Lanchaschire Daily Post riferisce:” Sono stati effettuati numerosi tiri in porta che per precisione e potenza non avrebbero sfigurato in una partita tra professionisti. Ottimo il gioco espresso dalle attaccanti del Dick, Kerr’s Ladies che in mezzo al campo hanno mostrato due ragazze dotate di un eccellente controllo di palla e precisione negli scambi”.

Nel fenomeno calcistico delle munitionettes, un posto di particolare gloria lo occupò proprio la squadra del Dick, Kerr’s Ladies (www.dickkerrladies.com), operaie di una fabbrica di tram di Liverpool convertita in fabbrica di munizioni tra il 1915 e il 1916, una squadra in grado di richiamare migliaia di spettatori per il bel calcio che sapeva esprimere. Un esempio del seguito di cui godevano è l’incontro che disputarono al St. James Park nell’aprile del 1919 contro le ragazze del Newcastle United, al quale assistettero ben 35 mila spettatori, mentre a dicembre di quell’anno si radunarono 53 mila spettatori allo Goodison, lo stadio dove oggi gioca l’Everton, per assistere al match dell’anno tra le Dick, Kerr’s Ladies e le rivali storiche del St. Helens Ladies. Anche a guerra finita le Dick, Kerr’s Ladies continuarono a richiamare grande pubblico, tanto che nel 1921 assistettero ai loro incontri di calcio 35 mila spettatori a Manchester, 27 mila a Leeds e a Coventry, 33 mila Bolton. Fu sul finire del 1921, esattamente il 5 dicembre, che sul fenomeno del calcio delle munitionettes, si abbattè una disposizione della Football Associationes:” Il Consiglio ritiene che il gioco del calcio non sia adatto alle donne e non dovrebbe essere incoraggiato. Per queste ragioni chiede ai club associati alla FA di negare i campi di gioco per le partite”. Senza spazi dove allenarsi, il calcio femminile della working class, nato negli anni della Grande Guerra ebbe vita breve. Il calcio aveva ragione di esistere se recava in sé l’antica impronta maschile, quelle ragazze che passavano la palla con precisione e avevano imparato a tirare in porta con forza, come i professionisti, rappresentavano una vera minaccia al calcio forte, che l’ideologia vittoriana prevedeva per soli uomini, come le questioni dell’impero. Il fenomeno tramontò rapidamente e pure le ragazze furono progressivamente espulse dalla produzione di guerra, non più gare con il pallone per centrare le sbarre delle finestre di ferro delle fabbriche nella pausa pranzo, niente sigarette o cioccolato per i vincitori. Le Dick, Kerr’s Ladies ignorarono la disposizione della FA, che fu ritirata solo nel 1970, e continuarono a giocare fino al 1965.