Si risveglia sonnacchiosa e segnata dalle occhiaie la Bologna dello «scampato pericolo». È lunedì e dopo le ore piccole davanti alla tv «si ricomincia dalla speranza che qualcosa cambi per non ripiombare fra poco di nuovo nell’incubo leghista». Sul crescentone di piazza Maggiore per essere a fine gennaio c’è fin troppo caldo, stessa scena nella più grande e moderna Otto Agosto: il sole le scalda anche se è difficile immaginare che sia quello dell’avvenire. Sono le piazze delle Sardine, vere vincitrici di queste elezioni. I ragazzi che da inizio dicembre «hanno dato speranza, suonato la carica in città e in regione». Loro ci sono, ma non vogliono parlare: «Stiamo zitti per una settimana», fanno sapere. La loro posizione è affidata ai social, lì dove sono nati paradossalmente «per ridare fisico a una politica lontana dalle persone».

È COME SE DICESSERO: «Bonaccini ha vinto grazie a noi, lo rivendichiamo e non vogliamo nulla in cambio. Ma saremo un pungolo per tutta la politica e continueremo con la nostra cittadinanza attiva». Nel post su Facebook Salvini non è mai nominato sebbene gran parte delle righe siano dedicate a lui e alla «Bestia» social, il suo spin doctor Luca Morisi: «Ci avete sminuiti, sbeffeggiati, umiliati come cittadini e come elettori. Avete attaccato le donne sapendo di generare maggiori interazioni sui social e quindi di ricevere maggiore visibilità. Avete suonato un campanello di troppo e chiesto uno ’scusa’ di meno. Ma alla fine avete perso. Sonoramente. Nonostante la marea di soldi che continuiamo a non sapere da dove provengano». Il riferimento al Pilastro – il quartiere periferico dove Salvini ha accusato di essere «spacciatore tunisino» un ragazzo – arriva anche sul finale, nella parte più politica del post: «Per il vostro mantra delle elezioni subito, oggi dovremmo andare al voto a Forlì e a Ferrara. Secondo il vostro mantra del consenso che tutto concede, dovreste chiedere permesso prima di entrare a Bibbiano, a Riace o al Pilastro, la prossima volta».

LA CONSAPEVOLEZZA è di aver dato «ossigeno» a tutta la politica. «Siamo nati dicendo che eravamo contro il populismo. Oggi siamo consapevoli che, se lo vogliamo, oltre che ’contro’ possiamo essere ’meglio’. E lo possiamo essere con mezzi sconosciuti a chi fa propaganda di mestiere: gratuità, relazioni umane, creatività ed empatia. L’esperienza dell’Emilia-Romagna dimostra che le sardine servivano come l’ossigeno, l’esperienza della Calabria dimostra che le sardine da sole non bastano; che la domanda di politica si risveglia se l’offerta è adeguata, coraggiosa e coesa».

Si guarda avanti: il futuro che attende le Sardine è il 14-15 marzo a Scampia, periferia di Napoli. «Non ci siamo montati la testa quando abbiamo riempito 142 piazze in tutta Europa, non ce la monteremo adesso che arriva la prima buona notizia da tanto tempo a questa parte. Inizia la fase più dura. Saremo attenti e vigili dove si è già votato, saremo presenti e agguerriti dove si voterà. Soprattutto se lo stile a cui ci avete abituato in Emilia-Romagna e Calabria verrà ripresentato (…) tutte le volte che gli elettori saranno chiamati a scegliere. Le sardine non vanno date per scontate, ma ci saranno».

NELLA VICINA BOLOGNINA – il quartiere a fianco della stazione dove Galeazzo Bignami e Marco Lisei, due Fratelli d’Italia, mostravano in un video i campanelli con i cognomi degli stranieri con regolari case popolari – c’è «il miglior amico delle Sardine». Risponde al nome di Roberto Morgantini e da sotto la sua barba bianca sta organizzando la cena della vittoria nelle sue Cucine Popolari. Uno spazio inutilizzato del circolo Pd del Navile che lui ha fatto rinascere garantendo un pasto caldo e tanta compagnia ai poveri e soli della città che una volta era «sazia e disperata» e ora «non sa più aiutare poveri e migranti». «Lo avevo promesso, facciamo la pasta con le sarde ma vogliamo allargare, come hanno fatto le Sardine, e allora ho contattato qualche amico africano che farà il cous cous e i filippini che porteranno le loro specialità». Appuntamento per stasera invitando «la Elly» – Schlein, consigliera da 25mila preferenze della lista di sinistra Coraggiosa – e «qualche altro amico». L’ex responsabile migranti della Cgil andato in pensione con un’idea meravigliosa conosceva già «Mattia» Santori – «era venuto alle nostre riunioni con l’associazione La Ricotta» – e gli altri ragazzi, a partire da «Lorenzo» Donnoli. Si è subito trovato «sulla stessa linea d’onda». «Mattia dice che ormai vede più me dei suoi genitori, assieme abbiamo fatto tante serate», dice mentre Maria gli toglie la sedia a un tavolo del Centro Sociale Fondo Comini che confina con le Cucine.

Il fatidico «che fare?» ora arriva anche per le Sardine. Le idee sembrano chiare. Nessun partito, nessun appoggio a chi al posto delle sardine fa le fritture – ogni riferimento a Vincenzo De Luca è voluto – così come sono rispediti al mittente gli inviti di Franceschini e soprattutto di Minniti di cui si ricordano le politiche nefaste sull’immigrazione.

«IN UN MOMENTO COSÌ può succedere di tutto, non va escluso che qualcuno a titolo personale aiuti Bonaccini magari come assessore, ma il cuore e la testa delle Sardine sono sane e continueranno a lavorare tra le persone e per le persone», spiega Morgantini mentre Amerigo festeggia una «strozzata» inaspettata a briscola. Metafora di quello che è successo domenica notte.