Silenzio, con qualche eccezione. Per il Pd emiliano quello che succede in Israele e Palestina è lontano. Tanto più lontano quando la lotta politica esplode a Bologna in vista delle primarie del centrosiniztra che sceglieranno il candidato sindaco. I due sfidanti, il dem Matteo Lepore e la civica-renziana Isabella Conti non ne parlano. Per il resto tra i dem sono pochi quelli che volontariamente scelgono di esplicitare un pensiero. I vertici locali attendono la direzione nazionale del partito di questa mattina, poi vedranno se e come prendere posizione. Nell’attesa sarebbe esagerato parlare di ago nel pagliaio, ma per trovare qualcuno che si sbilanci bisogna cercare bene.

A prendere parola, a titolo personale però, è Matteo Meogrossi, responsabile organizzazione del Pd di Bologna. Che scrive un post su Facebook per chiedere una Palestina libera: «Gerusalemme dovrebbe essere la Città della pace, un luogo dove le diversità religiose si incontrano e vivono insieme. Invece ancora oggi si è trasformata in un teatro di guerra e di massacri. Ancora occupazioni da parte di Israele e purtroppo ancora troppe vittime palestinesi. L’Italia e l’Europa hanno il dovere di interrompere questo crimini, perché di crimini si tratta»

E Letta che sale sul palco della Comunità ebraica di Roma con tutta la destra italiana? «Doveva partecipare al presidio chiedendo però a Israele di interrompere i bombardamenti in Palestina», commenta il consigliere comunale Pd di Bologna Francesco Errani, che condanna le bombe dell’una e dell’altra parte e che chiede al suo Comune, «da subito, una piccola grande cosa: permettere ai cittadini palestinesi di veder riconosciuta la propria cittadinanza, modificando il sistema informativo dell’anagrafe comunale».

Altro che prende posizione, tra i pochi all’interno di una classe dirigente numericamente molto consistente (parliamo di una delle federazioni più importanti d’Italia), è il consigliere dem Raffaele Persiano. Sulla sua pagina Facebook i colori della bandiera palestinese e un inequivocabile «Free Palestine». Ma anche questa è l’uscita di un singolo. Eppure la società civile bolognese è mobilitata. Sabato ci sarà un presidio, parteciperà l’Arci assieme a 20 altre sigle. Cgil, Cisl e Uil hanno fatto un comunicato congiunto.

Altrimenti, restando in casa dem, serve fare un passo indietro di qualche generazione politica. E lì si vede la differenza fra il partitone di ieri e quello di oggi. Salvatore Caronna, ex europarlamentare e segretario regionale del Pd, tessera non più rinnovata con l’arrivo di Matteo Renzi, scrive così: «Raccontare che la ragione è solo da una parte. Israele. Non è giusto. Non è vero. Non è informazione.

È semplicemente indecente. Accodarsi a questa narrazione non è di sinistra». E al telefono chiosa: «Bisogna ricordare che le ragioni non sono tutte da una parte, anzi molte sono a favore di un minuscolo popolo abbandonato da tutti». A sparare ad alzo zero Mauro Zani, una carriera di altissimo livello nel Pci, Pds, Ds. Zani parla di «vergogna sempiterna» raccontando quel che è successo due giorni fa a Roma: «Tutti i partiti italiani si sono uniti in una veglia per Israele. Da Salvini a Letta, che è arrivato per primo».

«Nel Pd locale c’è una tradizione che si sta lentamente perdendo, perché manca una chiara linea nazionale, e perché ormai non ci sono più adeguati momenti di formazione», prova a spiegare un iscritto dem che le idee ce le ha ancora chiare. Ad avercele chiarissime sono anche le Sardine, che a Bologna hanno il cuore e che con il Pd hanno ormai un dialogo costante. «Bisogna sempre ricordare come tutto nasce dall’occupazione illegale dei territori palestinesi – ricorda Mattia Santori – Credo sarebbe stato coraggioso, visto che si parla di guerre e di pace, portare sul palco di Roma entrambe le bandiere. Quella israeliana e quella palestinese». Una frecciata anche e sopratutto al segretario dem Enrico Letta.