«Sarà una piazza semplice, in linea con i flash mob di tutte le città, dal palco musica, poesie, cultura». Alle sei del pomeriggio Sara Nazzarri si scusa se, mentre finalmente risponde, mastica un panino. Prima non è riuscita a pranzare. È nella centrifuga dei preparativi per la piazza di oggi. Le sardine romane si sono diviso i compiti. «Gli scenografi» hanno lavorato alla sardina-balena – di 40 metri si favoleggia, ma forse è un’esagerazione. Il gruppo che si occupa degli interventi. «Parleremo noi. Molti artisti ci hanno espresso il loro appoggio, altri hanno annunciato la loro presenza. Ma dal palco parliamo noi. Non sarà il solito ‘vippaio’».

APPUNTAMENTO IN PIAZZA San Giovanni alle 15, ma ai giornalisti viene gentilmente chiesto di arrivare dalle 13, «così ciascuno potrà avere il suo spazio, evitiamo di fare resse, ognuno di noi deve avere il tempo per godersi la situazione». Che Sara definisce «una megafesta». Semplice e autorganizzata. Al posto del palco a Bologna avevano portato un’ape car, a Ferrara un camioncino, altrove un risciò, «noi a Roma saremo forse un po’ di più e abbiamo deciso per un tir, ma chi parla sarà a meno di un metro da terra, il più possibile vicino agli altri», l’idea resta quella del banco di sardine, strette strette.

UN MESSAGGIO di Dacia Maraini, altri artisti hanno regalato video «insardinati» – magnifico quello di Giobbe Covatta – si sono fatti avanti in tanti, Alba Parietti, Vauro, Erri De Luca, Michele Cucuzza – suoneranno gruppi musicali. Tutti benvenuti, tutti tranne Casapound e le destre, ormai è chiaro che l’ecumenismo di Stephen Ogongo è stato «travisato» e speriamo bene. A proposito, ci sarà il servizio d’ordine della Fiom? «Lo so dalla stampa, ho letto l’adesione del sindacato».

SARA HA 31 ANNI, si occupa di produzioni tv, la sua parte sarà la regia dell’evento, «in un certo senso», è del mestiere. Foto del profilo facebook con Andrea Camilleri e c’è da scommettere che lo scrittore siciliano, sempre generoso con i movimenti, se oggi fosse qui sarebbe proprio qui, in piazza San Giovanni. Sara non ha mai avuto tessere di partito ma non ha saltato un voto, è impegnata «sui temi sociali», è un’attivista contro la discarica di Magliano Romano, «Associazione Ecologica Monti Sabatini».

A UN MESE ESATTO DALL’ESORDIO, clamoroso, di Bologna, il flash mob di Roma è l’esame di maturità del movimento. E se ieri dal treno che lo portava a Roma Mattia Sartori rilanciava «quota 100mila» per la piazza, Sara precisa: «Non mi aspetto un numero, mi aspetto una piazza di persone». Oggi all’alba 15 i pullman si metteranno in viaggio verso la Capitale dalla Campania, dall’Emilia Romagna, dalla Toscana e dall’ Umbria. Ma i più arriveranno con mezzi propri e senza annunciarsi. «Ad un giorno di distanza non abbiamo idea di quante persone ci saranno perché non c’è nessuna organizzazione in questo. È il bello della diretta», dice Mattia.

IL PARAGONE CON LA PIAZZA San Giovanni di Salvini, lo scorso 19 ottobre, sarà ingiusto ma inevitabile. Anche se da quel giorno molta acqua e molte nuotate sono passate in centinaia di città. E i leghisti sono in ribasso, per i sondaggi, le sardine in rialzo.

QUELLE ROMANE sono nate all’indomani del flash mob di Modena,il 19 novembre. «Ci siamo cercati sulla rete, abbiamo fatto un profilo facebook, ci siamo dati un appuntamento in un pub e poi abbiamo messo su una chat», racconta Sara, «Siamo persone, singoli, non ci sono organizzazioni». Poi si sono buttati nella sfida dell’evento romano. Chi paga? «Abbiamo lanciato un crowdfunding, da lunedì renderemo pubbliche le spese».

MA IL VERO PUNTO è il messaggio politico, spiega Mattia, che è: «Fare aggregazione, riappropriazione di spazi politici lasciati vuoti». Questa sarà la «linea» del dopo San Giovanni.

PERCHÉ UN «DOPO» CI SARÀ, giurano. Lo decideranno domenica nella prima riunione nazionale. In queste settimane Mattia si è fatto raccontare la storia dei girotondi, della piazza del 14 settembre 2002 in cui Nanni Moretti dal palco concluse con il famoso «Non perdiamoci di vista». Non andò così e per questo quel paragone non gli piace. «Dovremo darci una struttura non tanto sui contenuti quanto sull’organizzazione. L’idea che spiegheremo ai vari referenti è che l’obiettivo è essere un corpo intermedio tra la politica e il mondo civico attivo. Non possiamo sostituirci alle associazioni, alle battaglie dal basso. Saremo un collegamento tra i partiti e la società civile attiva. Noi cerchiamo di presentare alla politica le istanze di questo mondo, in maniera aggregata».

LA STAMPA HA ANTICIPATO che l’assemblea si terrà allo Spintime Labs, «cantiere di rigenerazione urbana», a due passi da San Giovanni. Porte chiuse, parteciperanno 160 persone. Ma dai romani non arriva la conferma: «Hanno organizzato da Bologna, noi avevamo troppo da fare per l’evento». «Intanto domenica ci dobbiamo conoscere, fin qui ci siamo sentiti per lo più al telefono o per chat, vedersi di persona è un’altra storia», spiega Sara. Ed è la filosofia di questo movimento che usa i social ma non vuole essere virtuale. Ne uscirà un coordinamento nazionale. Anche se, spiega Mattia, «noi emiliani romagnoli e noi calabresi fino al 26 gennaio avremo bisogno di tornare nei nostri territori», «per noi questa è l’unica indicazione su cui non ci sono discussioni, un’esigenza urgente».

Ci sono le elezioni regionali e le sardine vogliono sconfiggere gli squali. È zoologicamente possibile?, chiediamo a Mattia. La risposta: «In realtà non lo so. Ma mi hanno spiegato che più il mare è grande e profondo più la sardina vive a lungo».