Le relazioni creative di Dalì
Note sparse Il nuovo progetto musicale di Stefano Bagnoli, colonna ritmica del Devil Quartet di Fresu
Note sparse Il nuovo progetto musicale di Stefano Bagnoli, colonna ritmica del Devil Quartet di Fresu
Non è poi tanto curioso passare da Rimbaud a Dalì. Appianati gli scarti generazionale, temporale e geografico, la consanguineità artistica tra il poeta delle «Illuminations» e l’artista «onirico» spagnolo s’inserisce a pieno titolo nel pantheon surrealista. Di bizzarro, invece, vi è l’ostinata e contraria disposizione da parte del batterista Stefano Bagnoli, colonna ritmica del Devil Quartet di Paolo Fresu, di affidarsi per i suoi progetti solisti ad un’avanguardia, il Surrealismo, che non amava particolarmente la musica. Almeno così era per suo fondatore Andrè Breton come sosteneva Enrico Baj. Detto questo: Bagnoli con Dalì espande la sua idea di «concept» – ed è questo una sorta di «ritorno al futuro» – alla classica formula del trio jazz. Nel caso specifico ricostituendo con Giuseppe Vitale e Stefano Zambon, il New Kids Trio, la cui modernità emerge nella libertà dei movimenti e delle combinazioni sonore adottate. Sì, perché Bagnoli sfoggia un sapere di letture e approfondimenti, palese nei titoli dei brani, incastrando in tre suite (Surrealism, Subconsciuos e Depression) quattro episodi che biografano non solo l’eccentrico pittore catalano in rapporto con il Surrealismo, ma anche le relazioni burrascosamente creative che intrattenne con Bunuel e Disney.
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