Un prodotto pop, godibile, e consapevolmente politico. Liberatorio e creativo. Protagonista, il desiderio femminile. Le ragazze lo raccontano così, il loro progetto. Si chiama My Sex, loro sono Le ragazze del porno e si sono ritrovate per provare a raccontare senza censure e tabù, attraverso dieci cortometraggi pornoerotici, «come nasce il desiderio e come si scatena», una «delle sfere più intime e significative dell’esperienza umana».

Dieci autrici, dai venticinque ai setttant’anni, ognuna rappresenterà con la propria soggettività, scelta estetica e approccio alla sessualità, «libere di scegliere le persone e i corpi più giusti per la nostra storia» – spiega Anna Negri – non tra attori professionisti del genere, una pornografia al femminile, diversa e personale, «liberata dall’idea di vergogna» e «dalle ’regole’ del mainstream». Una «rappresentazione bella della sessualità, lontana dal trash, dalla brutalità, dalla mercificazione, meno coatta, prigioniera, che liberi anche l’immaginario». Perché «ci vogliamo riappropriare della parola porno», come dice Regina Orioli.

L’idea del progetto l’ha avuta Tiziana Lo Porto, giornalista e scrittrice, mentre, qualche anno fa, stava scrivendo un articolo sui Dirty Diaries, l’antologia di corti prodotti e diretti dalla cineasta Mia Engberg con altre registe e finanziata «addirittura» dal governo svedese. Progetti simili sono stati realizzati in Spagna da Erika Lust, ci sono le registe francesi dei corti X-Femmes prodotte da Canal+, il porno post-modernista di Anna Sprinkle negli Stati uniti…

In Italia il panorama langue ma si comincia da questo progetto, necessariamente a tappe perché trovare produttori e distributori non è facile soprattutto in tempo di crisi. Quindi si ricorre al crowdfunding, sulla piattaforma Indiegogo (e oggi e domani a Roma, nella galleria del fotografo Marco Delogu in via Natale del Grande 21, si vendono opere offerte da molti artisti per sostenere le ragazze). I primi tre corti saranno girati da luglio con 15.000 euro di budget: Seratina di Anna Negri, Queen Kong di Monica Stambrini e Mani di velluto di Regina Orioli. E se i soldi ancora mancano, le altre idee ci sono già: Alicia in the supermarket scritto e diretto da Roberta Torre, Educazione sentimentale di Hot Rabbit scritto e diretto da Mara Chiaretti, I sogni muoiono all’alba di Titta Cosetta Raccagni, Harem scritto da Melissa Panarello e diretto da Lidia Ravviso, Il sesso degli angeli di Emanuela Rossi, Gang Banging di Slavina.

E attrici e attori? «Da subito ho pensato che non sarebbe stato facile trovarne di disposti a girare scene di sesso esplicito, ma sarà anche divertente scoprire che forse non è così difficile come sembrava», scommette Regina Orioli. E il collettivo è sempre aperto, ricorda Anna Negri: «Abbiamo chiesto alla maggior parte delle registe italiane di unirsi a noi, molte dicono ’vai avanti tu’. Molte probabilmente ci seguiranno».