Se c’è un’entità alla quale i ferventi grillini credono più che a Grillo e Casaleggio è internet. Nella loro santa trinità la rete ha il potere messianico dello spirito santo, capace di connettere direttamente il MoVimento all’iperspazio permettendogli di sapere e decidere tutto, democraticamente e dal basso. In verità anche internet è infestato di diavoletti che ci mettono lo zampino, nel gergo degli inziaiti si chiamano «troll», «influencer», «hacker». E’ stato lo stesso Grillo a denunciarne l’inquietante presenza sul suo blog.

Questa volta però la delusione è stata cocente e la figuraccia inevitabile. Le «Quirinarie», le elezioni on line del candidato Cinque Stelle al Quirinale riservata agli iscritti, si sono dovute rifare. Il motivo l’hanno spiegato lo stesso Grillo e il responsabile del gruppo al Senato, Roberto Messora. Il voto on line è stato disturbato da «anomalie» certificate anche dall’ente garante di fama internazionale Dnv Business Assurances che nella fattispecie ha la funzione di ente terzo, una specie di Viminale virtuale per il controllo del voto on line. Dopo l’annuncio il popolo della rete si è scatenato, tra sfottò, sospetti e proposte. E ieri il voto è stato ripetuto. Ma per l’M5S è sempre meglio di oscure trattative tra i vertici dei partiti