L’anno scorso era successo al primo film nigeriano candidato agli Oscar, Lionheart di Genevieve Nnaji: squalificato dalla corsa agli Academy Awards perché parlato per la maggior parte in inglese (lingua ufficiale della Nigeria) e dunque secondo le – vetuste – regole degli Oscar non candidabile alla statuetta del miglior film in lingua straniera (ora diventata al miglior «film internazionale»).
Il problema adesso è inverso, e riguarda Minari, un film americano del regista Lee Isaac Chung, vincitore del Gran premio della giuria alla scorsa edizione del Sundance Film Festival. Anche se le nomination dei Golden Globes non sono ancora state annunciate, «Variety» ha infatti dato la notizia che il film sarà candidato ai premi conferiti dalla Hollywood Foreign Press fra i titoli in lingua straniera, senza poter competere per la statuetta al miglior film pur essendo una produzione americana: la lingua parlata per la maggior parte della durata del film – la storia di una famiglia coreano-americana che si trasferisce in una fattoria dell’Arkansas – è infatti il coreano.

«QUEST’ANNO non ho visto un solo film che fosse più ’americano’ di Minari» – ha commentato la regista Lulu Wang: il suo The Farewell è stato escluso dalla corsa al miglior film ai Golden Globes 2020 per lo stesso motivo. «È la storia di una famiglia di immigrati, in America, alla ricerca del sogno americano. È fondamentale che vengano cambiate queste regole antiquate, che definiscono ciò che è americano solo in virtù della lingua inglese».
La politica dei Golden Globes è stata definita «razzista» da giornalisti e membri del mondo dello spettacolo fra cui l’attore Daniel Dae Kim: «È l’equivalente cinematografico del sentirsi dire ’torna al tuo paese’ quando quel paese è proprio l’America».
In tanti hanno fatto anche notare l’ipocrisia dell’esclusione di Minari quando in precedenza i Golden Globes hanno candidato nella categoria di miglior film titoli come Babel di Alejandro González Iñárritu e Bastardi senza gloria di Quentin Tarantino.
Secondo le regole dei Golden Globes «lungometraggi drammatici, musical o commedie con più del 50% dei dialoghi in inglese sono eleggibili per la categoria miglior film».