Far partire il Giro d’Italia da Gerusalemme è un «grave errore». Lo dice la Piattaforma delle Ong italiane in Mediterraneo e Medio Oriente, che riunisce più di 40 organizzazioni.

La scelta, scrivono le organizzazione non governative in un comunicato a poche ore dalla partenza (prevista per domani nella Città Santa) della corsa ciclistica, «è inopportuna perché sembra voler avallare la pretesa israeliana che la città sia la capitale ’unica e indivisibile’ dello Stato di Israele e, di conseguenza, l’illegale annessione di Gerusalemme Est allo Stato di Israele, in violazione del diritto internazionale e di molteplici risoluzioni delle Nazioni Unite».

Rischia inoltre di alimentare tensioni perché, sottolineano i firmatari, «il Giro d’Italia inizia in un momento assai difficile della storia palestinese, quando, dal 30 marzo ad oggi, l’uso sproporzionato della forza da parte dell’esercito israeliano nella Striscia di Gaza ha causato l’uccisione di almeno 44 civili palestinesi». Un evento sportivo, aggiungono, «che dovrebbe ispirarsi ai valori della solidarietà, lealtà e fratellanza tra i popoli rischia dunque di essere strumentalizzato e svuotato del proprio significato e si trasforma in un atto di sostegno alla imposizione della legge del più forte».

Le ong infine ribadiscono la loro netta «contrarietà alla scelta degli organizzatori del Giro d’Italia» e chiedono «un rinnovato impegno del parlamento e del governo italiani a porre al centro dell’agenda politica internazionale il rilancio dei colloqui di pace, per il perseguimento dell’obiettivo dei due popoli e due Stati».