C’è chi è pronto a giurare che si tratti dell’ultimo atto di Matteo Salvini prima di chiudere con i 5 Stelle dando così il via alla crisi di governo. Vero o falso che sia di certo il ministro dell’Interno non vede l’ora di portare a casa il decreto sicurezza bis che domani, superato indenne l’esame delle commissioni Affari costituzionali e Giustizia, approda in aula a Montecitorio. Al punto che – nonostante i numeri garantiscano alla maggioranza la massima tranquillità – non è escluso che il governo possa decidere di procedere con il voto di fiducia mettendo il provvedimento al riparo da possibili colpi bassi da parte dei grillini e assicurando così un passaggio veloce al Senato dove dovrebbe essere licenziato prima della scadenza prevista per il 13 agosto.

Come il primo decreto sicurezza anche il secondo prevede misure volte a colpire l’immigrazione e in particolare le ong che lavorano nel Mediterraneo per salvare quanti fuggono dalla Libia con i barconi. Nel passaggio nelle due commissioni, le misure previste sono state ulteriormente inasprite. Così le multe per le navi che non rispettano il divieto di ingresso nelle acque territoriali italiane – previste inizialmente tra i 10 e i 50 mila euro – possono variare adesso tra i 250 mila euro e il milione mente il capitano che no rispetta l’ordine di fermarsi imposto dalla Guardia costiera o dalla Guardia di finanza può essere arrestato. Previsto inoltre anche i sequestro immediato delle navi – e non più, come stabilito nella prima versione, in caso di reiterazione del reato da parte della stessa imbarcazione – che potranno essere assegnate «dal prefetto in custodia agli organi di polizia, alle Capitaneria di porto o alla Marina militare, ovvero ad altre amministrazioni dello Stato che ne facciano richiesta per l’impiego in attività istituzionali». Le spese per la loro gestione sono a carico dell’ente che le ha in uso. Una misura voluta fortemente dal M5S, e in particolare da Luigi Di Maio, che in questo modo si allinea alla guerra intrapresa da Salvini alle ong. Unica norma attenuata rispetto al testo iniziale è quella che stabilisce chi deve decidere il divieto di transito o di ingresso in acque territoriali. Sarà sempre il titolare del Viminale ma non più da solo, come avrebbe voluto la Lega, bensì in accordo con i ministri della Difesa e dei Trasporti e «informandone il presidente del consiglio dei ministri».

Ma il decreto prevede anche misure che non riguardano i contrasto all’immigrazione. Una seconda parte è infatti relativa all’ordine pubblico e prevede misure più rigorose per tutelare gli operatori delle forze dell’ordine. L’uso di caschi protettivi, o di qualunque altro mezzo che renda difficile il riconoscimento della persona in caso di manifestazioni viene punito con l’arresto da due a 3 anni e con l’ammenda da 2.000 a 6.000 euro. Chiunque nel corso di manifestazioni «lancia o utilizza illegittimamente razzi, bengala, fuochi artificiali, petardi, strumenti per l’emissione di fumo o di gas visibile o in grado di nebulizzare gas contenenti principi attivi urticanti, ovvero bastoni, mazze, oggetti contundenti o, comunque, atti a offendere, è punito con la reclusione da uno a 4 anni».

Infine la Lega ha ottenuto il via libera al cosiddetto «pacchetto polizia», ovvero una serie di norme a favore della polizia di Stato e dei vigili del fuoco. Tra queste l’aumento degli straordinari, risorse per il miglioramento e il ricambio del vestiario e aumento dei buoni pasto da 4 a 7 euro.