Lo scenografico e ingombrantissimo abito di Lady Gaga? No. La mise nevosa di Jennifer Lopez? Nemmeno. Il tailleur purple rain di Kamala Harris? Così, così. Il cappottino carta da zucchero della first lady Jill Biden? Mmmmm. L’energetico giallo canarino della giovane poetessa Amanda Gorman? Qualcosa in più. Il profondo bordeaux di Michelle Obama? Naaaa. Questo sfavillio di colori sfoderato dalle signore presenti all’inauguration day del presidente americano Jo Biden niente ha potuto, nell’immaginario collettivo, contro un antiquato e demodé accessorio: le gigantesche manopole di lana pruriginosa e a disegni proto natalizi indossate da Bernie Sanders. È trascorsa quasi una settimana e l’icona di Bernie mascherato, con le gambe accavallate, ben stretto nel giaccone termico e con le mani infilate in quei guantoni da alta montagna e mercatini equo solidali continua a impazzare in fotomontaggi domestici.

BERNIE VERSIONE MEME rimontato nel salotto di casa, accanto al camino, in cucina, dietro una poltrona, alla fermata di un tram, in giardino, sul balcone, alla finestra, accanto alle protagoniste di Sex and the City… Sembra quasi che la gente lo voglia portare in casa propria come un un memento a futura memoria, un’ombra di Banco che ammonisce: «Sì, sì, fate festa, ma io sarò qui a ricordarvi che cosa davvero bisogna fare per essere di sinistra». Intervistato sull’argomento, Sanders ha riso e poi detto: «Stavo solo cercando di ripararmi dal freddo». In effetti, il 20 gennaio scorso a Washington c’erano circa 4 gradi, una temperatura sopportabile se ti muovi, ma problematica se devi restare seduto e fermo per alcune ore. Mentre le donne sono rimaste imperterrite e senza nemmeno il naso rosso pur indossando solo fragili scarpe con tacco, calze 10 denari, niente sciarpa, niente cappello e niente guanti, Sanders ha fatto la cosa più logica e semplice vista la temperatura, si è coperto per bene infischiandosene delle apparenze, della moda, dell’immagine, di certi canoni borghesi dell’eleganza, del vestito della festa e proprio per questa sua autenticità è piaciuto. L’immagine di Bernie Sanders in guantoni di lana è un tale simbolico che Naomi Klein ha scritto in proposito un articolo su The Intercept intitolato «Il significato delle muffole.

«CINQUE POSSIBILITA’».Eccole. Le muffole stanno per: sospensione di giudizio sull’attuale amministrazione; attenzione, sto a vedere che cosa farete; la coscienza dei liberali; sto con la gente della strada; conta il «noi» e non «l’io». Se l’era Trump aveva imposto lo stile Melania e Ivanka tutto tacchi altissimi, gioielli, abiti rigidi e ben sagomati tipo donna/bambola anni Cinquanta, quello visto all’inaugurazione di Biden sembra voler tenere il piede in due scarpe. I colori alla regina Elisabetta, le giacche sciancrate che sottolineano il punto vita, le scarpe con il tacco guardano al modello Melania, ma in modo più casalingo, come se l’abito l’avesse cucito la sarta sotto casa e prova ne è il cappotto di Jill Biden che non le stava in maniera impeccabile sulla schiena e si era un po’ spiegazzato. Le muffole di Sanders sono un ribaltamento di paradigma, ci dicono «Basta con i compromessi, con i cambiamenti parziali, con lo stare in mezzo, con la facciata un po’ ripulita e la sostanza di prima». La gente poi dovrebbe metterci qualcosa di suo, perché se le scarpe da ginnastica indossate da Maisy Biden (nipote del presidente) alla cerimonia costavano già duemila dollari di base e, dopo, gli appassionati sono arrivati a offrirne settemila, c’è qualcosa che non va nella testa di un po’ di persone.

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