Un filo tra passato e presente: è proprio quel che tesse la mostra Le muse di Anticoli Corrado. Il passato, infatti, è iscritto nella fama di questo paese nella valle dell’Aniene e delle sue modelle – scelte da artisti come Adolfo De Carolis, Fausto Pirandello, Piero Gaudenzi – e la realtà presente riguarda il raccolto Civico Museo d’Arte Moderna e Contemporanea, che si propone di far rivivere un luogo importante per la storia dell’arte italiana e internazionale anche attraverso questa rassegna, nata in collaborazione con la fondazione Pirandello (è visitabile fino all’8 dicembre).

Un’esposizione non filologica, come ha spiegato Manuel Carrera, direttore del museo, non per mancanza di rigore scientifico ma perché – data la presenza di modelle anticolane in numerose pinacoteche d’Italia e d’Europa – sarebbe stato impossibile riunire tutte le «belle muse» sotto lo stesso tetto. È una mostra, quindi, che vuole soprattutto raccontare storie. Biografie di donne che hanno calamitato generazioni di artisti verso il suggestivo paese della provincia romana, che hanno intrapreso la carriera di modelle e lasciato la vita contadina, diventando signore di città e talvolta artiste, contribuendo così a rivoluzionare il ruolo (rurale e non solo) della donna in maniera avveniristica e radicale.

Non mancano, naturalmente le storie d’amore, di emancipazione, di dolore. Una delle vicende già note è quella di Pasquarosa Marcelli Bertoletti (1896-1973), modella anticolana e poi pittrice autodidatta che propose le sue opere per la prima volta alla III Esposizione d’arte internazionale della Secessione Romana. Fu subito osteggiata da una parte della critica, che la accusava di dipingere in maniera elementare, senza alcun tipo di ricerca stilistica o espressiva. Finirà invece per riscuotere un grande successo, vedendo riconosciuta la propria pittura.

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L’apice della sua carriera sarà la personale a Londra nel 1929 che la consacrerà alla fama internazionale. Divenuta dal 1913 modella e compagna del pittore Nino Bertoletti, è presente in rassegna nel bellissimo dipinto del marito Pasquarosa con il cappello nero (1914): un ritratto che sprigiona una potente dimensione intima e psicologica.

Il quadro interrotto (1920) dell’artista genovese Pietro Gaudenzi narra, invece, la tragica morte della modella e moglie Candida Toppi (1888-1920). Sposatisi ad Anticoli nel 1909, i coniugi Gaudenzi si trasferirono a Milano dove Candida morì prematuramente. Suo marito lascerà il dipinto volontariamente non finito per rappresentare il dolore della perdita e il desiderio struggente di celebrare la memoria dell’amata: poco dopo, trasformerà l’opera in una moderna icona votiva, posizionandola in una cornice d’oro con sportelli e aggiungendo l’aureola intorno al volto della sua compagna.

All’inaugurazione de Le muse di Anticoli Corrado è arrivata anche la modella Anna Piselli (classe 1932). Ha posato tranquillamente accanto al proprio ritratto in gesso eseguito da Domenico Ponzi (Anna). È stata lei, poi, a svelare il motivo di quello sguardo malinconico che aveva attirato lo scultore ravennate tanto da chiederle di posare per lui. La giovane si era innamorata del pittore inglese Peter Lanyon, ma un altro artista – Henry Hinlander – la informò prontamente che Lanyon aveva moglie e figli in Inghilterra. Anna venne chiusa in casa fino alla sua partenza, mentre a lui venne detto che la ragazza anticolana era in fin di vita: non si videro mai più. Anna ha scoperto la verità solo nel 2015, grazie a una lettera del figlio di Lanyon, dove le confessava che suo padre non l’aveva mai dimenticata.

A far da «cornice», accogliere e abbracciare il visitatore in questa trama di storie di donne è proprio una rete: il museo ospita, oltre all’esposizione, anche l’installazione Abitata in Dialoghi di Fabrizio Pompili. L’artista ha intessuto 28 corde realizzate con abiti donatagli dalle donne del paese, una rete che attira, ammalia e avvolge gli spettatori.