«Chi nel potere del mal confida, di Lanterna Verde tema la luce». I lettori dei fumetti della DC Comics certo ricorderanno questa frase che l’omonimo eroe pronunciava per ricaricare il suo ergo-anello dalla potente e benefica energia emessa da una galattica Lanterna Verde. Il corpo delle Lanterne verdi era sparso per l’universo e combatteva l’ingiustizia e la malvagità, i soprusi, mosso da un impegno etico nei confronti di tutti gli esseri viventi.

Oggi è la Giornata internazionale del Migrante e, tra le tante manifestazioni, a Roma, su iniziativa di Save the Children, alle 18 il Palazzo Senatorio al Campidoglio si illuminerà di verde per ricordare le tante piccole, ma significative, lanterne verdi che brillano nelle case al confine tra Polonia e Bielorussia, pronte a dare ospitalità ai migranti intrappolati nel gelo da una geopolitica che li usa come semplici pedine di un gioco ai confini con l’Europa Comunitaria.

La posta in gioco è il futuro stesso del progetto comunitario, stretto oggi più che mai tra la pratica concreta del valore della solidarietà e la chiusura identitaria e sovranista sorda al rispetto dei Diritti Universali, inclusi quelli delle persone migranti, proprio perché questi rappresentano l’anello più debole delle costruzioni democratiche. Chi nella notte accende le sue piccole luci verdi questo lo sa bene; farlo significa non solo accogliere un corpo migrante, ma dimostrare che questo è un gesto costitutivo della pratica inclusiva universale. Ecco perché mobilitarsi anche in Italia per sostenere le lanterne verdi al confine polacco-bielorusso, significa lanciare un messaggio forte rispetto ai processi di inclusione sociale nel nostro Paese, e non è un caso che sia una Ong internazionale per la difesa dei diritti dei bambini a lanciarla.

Nella temperie della pandemia, infatti, in questi ultimi due anni difficili, di crescenti tensioni sociali e crisi dell’identità stessa di tutta l’Europa Comunitaria, chi ha più che generosamente ha fatto la differenza, con grande competenza ed innovazione, attraverso progetti di welfare comunitario, è stato certamente il Terzo Settore, che non si è limitato a vicariare lo Stato, ma ha proposto un modello diverso, diffuso ed inclusivo, per riaffermare in chiave nuova, ancora più vicina ai cittadini, la centralità dei Diritti fondamentali per tutti: istruzione, salute, lavoro.

Declinata in questa prospettiva la questione migratoria appare così in tutta la sua dirompente e dirimente centralità: se si è in grado di includere i corpi migranti si è certamente capaci di generare processi che coinvolgono positivamente la maggioranza; viceversa, respingere queste persone significa entrare immancabilmente in una ottica di esclusione che prima o poi toccherà tutti. Ecco allora che il mondo delle Ong di cooperazione e solidarietà internazionali si sono da subito mobilitate per affermare la necessità di vaccinare tutti, e non solo chi ha già accesso ai presidi sanitari.

Ma questo significa rimettere in discussione le regole dell’Organizzazione Mondiale del Commercio, quella stessa contro il cui strapotere nacque il Forum Sociale Mondiale oramai più di vent’anni or sono. Ma oggi quelle battaglie sono ancora più importanti, di fronte ad una pandemia che rischia seriamente di attanagliare in una presa mortale tutto il mondo, sia ricco sia povero.

Ed ecco che torna il tema dei migranti, delle cause profonde del loro spostarsi alla ricerca di un domani appena vivibile, dato che fuggono guerre, carestie, disastri ambientali, malattie: in poche parole tutti Diritti conculcati. E allora, in conclusione, accendere di verde il palazzo Senatoriale del Campidoglio e partecipare a questo evento, significa affermare non solo i diritti dei Migranti, ma quelli di tutti, dato che la Carta dei Diritti dell’Uomo ne chiarisce opportunamente sia l’universalità sia la coerenza. E dunque, il motto di Lanterna Verde va attualizzato: «Chi nel potere del bene confida di una lanterna verde accenda una luce».