Sono già in scena come nudi manichini le protagoniste delle Lacrime amare di Petra von Kant, in quella casa-atelier in cui Fassbinder colloca la sua crudele discesa negli abissi della solitudine. A quarant’anni dalla morte dell’autore tedesco, e a cinquanta dall’uscita del suo iconico film trasposto dal suo omonimo dramma teatrale, Maurizio Lupinelli entra con Nerval Teatro nel claustrofobico buco nero di Petra (una misurata Elisa Pol), apprezzata stilista schiava del suo narcisismo e del bisogno di possedere, e sottometterli, gli oggetti del desiderio, in una disperata ricerca d’amore.

AL PALLADIUM e il 17 marzo all’Alighieri di Ravenna, lo spettacolo si snoda attraverso un preciso e costante movimento, portando in primo piano i dialoghi tra la ricca Petra e le comprimarie – governante, amica, amante, madre, figlia – tra cambi di costumi e toni, e rimbalzi di ruoli dall’una all’altra, in un gioco di specchi a evocare la pellicola del ’72 e, tout court, il rapporto vittima/carnefice. Ne esce un costrutto tanto anti realistico quanto portatore di condizioni e sentimenti veri e devastanti. Poco vale che dalla parabola amorosa con Karin scaturisca la coscienza di una dominatrice pentita, la giostra del potere è pronta per un altro giro.