Bernard Berenson conobbe Giovanni Morelli nel gennaio 1890, a Milano, nell’appartamento dello storico dell’arte bergamasco in via Pontaccio. Morelli era troppo anziano e stanco per star dietro agli entusiasmi di Berenson, fu quindi il devoto Gustavo Frizzoni ad accompagnare il giovane lituano nei musei e nelle gallerie cittadine. Durante quelle giornate meneghine, e grazie a Frizzoni, Berenson capì quanto la fotografia aveva contato nella strutturazione del metodo critico del «greatest connoisseur» e quanto le recenti evoluzioni tecniche avevano e avrebbero di nuovo cambiato le carte sul tavolo della storia dell’arte, con un effetto comparabile – scrisse – a quello che...