Le falle delle navi ammiraglie continuano a imbarcare debiti
UNPRIMO FOCUSSUI CINQUE GRUPPI EDITORIALI Quanto è radicale la crisi della carta stampata? Davvero si assisterà alla sua scomparsa inquantoveicolodiinformazione? E soprattutto: quantoperdono i grandi gruppi editoriali? Guardando al risulto netto delle ultime cinque annualità, […]
UNPRIMO FOCUSSUI CINQUE GRUPPI EDITORIALI Quanto è radicale la crisi della carta stampata? Davvero si assisterà alla sua scomparsa inquantoveicolodiinformazione? E soprattutto: quantoperdono i grandi gruppi editoriali? Guardando al risulto netto delle ultime cinque annualità, […]
Quanto è radicale la crisi
della carta stampata?
Davvero si assisterà
alla sua scomparsa
inquantoveicolodiinformazione?
E soprattutto:
quantoperdono
i grandi gruppi editoriali?
Guardando al risulto
netto delle ultime
cinque annualità, tranne il
gruppo Espresso, tutti i gruppi
editoriali sono in perdita (https://
docs.google.com/spreadsheets/
d/18acPqOMD19tv7F9a78XY
N8CYQikjRXMlf6Y6FTfM470/pu
bhtml). Sono in molti a indicare
nelle perdite del gruppo Rcs, la
«responsabilità» di una situazioneda
«allarme rosso», datoche le
perditedelgruppomilanesepesano
per il 65 per cento della riduzione
di fattorato e ricavi di tutto
il settore.
E tuttavia qualche segnale, ancheselieve,
dimiglioramentoviene
dalla voce ricavi
nelle ultime relazioni
trimestrali chiuse
il 31 marzo scorso.
Nel confronto tra primo
trimestre 2015 e
primo trimestre
2016, il gruppo Sole-
24 cresce nel fatturato
del 1,1% (0,9 milioni
di euro), mentre
Mondadori fa ancora
meglioconun+2,2%.
Spostamentimillimetrici,
è vero, ma sembrano
segnalare una
(transitoria?) inversione
di tendenza. Inversione
che invece
nontroviamoneglialtri
due maggiori editoriquotati
in borsa: i
ricavi di Rcs registranoancoraunaflessione,
l’ennesimadasette
anni a questa parte,
per 9,6 milioni di
euro (-4,2% su marzo
2015) a cui fa eco il
gruppo Espresso-Repubblica
per un quasi
identico -4,5% (-5,1 milioni
sull’anno scorso).
Bilanci a picco
Nonostante i timidi segnali positivo,
i conti per l’editoria italiana
continuano a non tornare, visto
cheilgruppodiConfindustriavedeun
saldo negativo di 5,8 milioni
di euro; così come negativo
(1,8 milioni) è il saldo di Mondadori.
Inoltre per il 2015 i dati sonotutticonil
segnomeno:nel bilancio
2015 Rcs è negativa per
175,7 milioni di euro, il Gruppo
24Oreloèper24milioni,Caltagironeeditore
per20milioniePoligrafici
editore per 2,6 milioni.
Solo il Gruppo Espresso resiste
presentato a fine bilancioannuale
un risultato positivo: 17 milioni
nel 2015, così come, guardando
più indietro nel tempo, nonostante
il netto declino dei ricavi il
gruppodi proprietàDeBenedetti
ha negli anni sempre presentato
bilanci con un segno più. Sommandoi
risultatidelleultimecinque
annualità, dal 2011 al 2015,
la cifra complessiva per l’editore
di Repubblica è di un +109 milioni.
Un’eccezione va detto subito
perché gli altri gruppi hanno risultati
decisamente peggiori: nel
medesimo periodo 2011-2015
Rcsaccumularisultatinettinegativi
per 1,33 miliardi di euro,
Mondadoriaccumulaun-294milioni,
mentre Caltagirone editoreeilGruppo24Oresommanorispettivamente
perdite per 224 e
187 milioni.
Cosa ha determinato risultati
così negativi? Il declino dei ricavi
ha più «colpevoli» da analizzare.
Se guardiamo ai fatturati il dato
aggregato dei sei maggiori gruppi
editoriali italiani legati all’informazione
(Rcs, Espresso-Repubblica,
Gruppo24Ore,Mondadori,
Caltagirone e Poligrafici)
tra il 2011 e il 2015 la flessione
complessiva è di 1,98 miliardi di
euro(-37%),unaflessioneevidente
trascinata dal netto inesorabile
declino dei ricavi di Rcs che
scende dai 2,07 miliardi di euro
del 2011 ai 1,03 miliardi del 2015
ovvero un -50,3%. Praticamente
la flessione delle ultime cinque
annualità di Rcs (1,043 miliardi)
è superiore allasommadei ricavi
netti realizzati nel corso dello
scorsoanno(1,032 miliardi).Una
flessione,quelladiRcs,chesoffre
soprattuttoperildeclinodeiricavi
da diffusione che negli ultimi
cinque annualità subiscono un
-62% che in euro equivalgono a
una flessione di 680 milioni.
Abbattimento dei costi
Una flessione pesantissima che
lascia ilsegnomoltopiùdeldeclino
dei ricavi pubblicitari che –
prendendo sempre come periodo
di riferimento gli ultimi cinque
annualità – pesa «solo» per
225milionidieuro(-35%).Inpratica
i minori ricavi dalla vendita
di copiepesaperRcsperdueterzi
sulla propria flessione totale.
Se dopo Rcs analizziamo il
gruppo Espresso, ovvero l’altro
editore legato a un grande quotidiano
nazionale, vediamo che la
flessione dei ricavi nel periodo
2011-2015 (per un totale di 285
milioni di euro) è invece in grande
parte dovuta alla crisi della
pubblicità che da sola «costa» al
gruppo 189 milioni. Ovvero un
«peso» specifico sul totale della
flessione del 66%.
Infine, quanto hanno pesato i
costi nei bilanci e quanto (e come)
si è deciso di tagliare spese e
personale?Guardandosempreal
dato aggregato dei sei maggiori
editori e nel medesimo periodo
delle ultime cinque annualità i
costi operativi nel 2011 ammontavano
complessivamente a 4,92
miliardi di euro: nel 2015 si riducono
a 2,69 miliardi,untaglio totaledi
1,68miliardi (il34%inmeno).
Nel complesso quindi il taglio
è di solo tre punti percentuali
inferiore alla flessione dei ricavi
(che ricordiamo era del 37%)
mentre in valori assoluti se i fatturati
complessivi flettono per
1,98miliardiil tagliototaledeicosti
è di 1,68 miliardi. Con un rapportotraricaviecostichesiassottiglia
sempre più: se nel 2011
complessivamenteilmargineaggregato
dei sei gruppi era di 467
milioni nel 2015 si riduce
a 160 milioni.
Insommasiètagliato
certo, e molto, ma
il declino dei ricavi è
stato più pesante e
spesso c’è da chiedersi
se sisianoeffettuati
tagli con una logica e
strategia precisa o si
sia andati a ridurre i
costisoloinbaseainumeri.
Il gruppo che
ha saputo ridurre
maggiormente i costi
è stato,comeè logico,
Rcscheharidottoicosti
in cinque anni del
48%(mentreperl’editore
del Corsera la
flessione dei ricavi è
statadel50%)mentre
per gli altri gruppi il
taglio dei costi è molto
simile e si attesta
tra il 24% (Gruppo
Espresso) e il 28%
(gruppo 24 Ore e Poligrafici).
Esuberi in uscita
Unaccenno importante anche al
taglio agli organici e ai costi del
personale. Complessivamente il
taglio ai costi del personale per i
sei maggiori gruppi editoriali è
stato di 348 milioni di euro (pari
al 26%). La differenza dei tagli al
costo del personale tra i diversi
editori non è così marcata come
per altri tagli: si passa dal taglio
del17%delGruppoEspresso(-46
milioni di euro) al 39% del Gruppo
24 ore (in valore assoluto -66
milionirispettoal2011).Nelmezzo
a questi due valori, c’è Rcs con
un taglio di 130 milioni (-29%),
Mondadori che ha ridotto di 56
milioni le spese del personale
(-21%), Caltagirone e Poligrafici
con tagli rispettivamente di 22
(-23%) e 28 milioni (-29%).
Anchegliorganicihannodovuto
pagare, e pesantemente, la crisi:
i sei gruppi editorialihannoridotto
il personale complessivamente
di 4.390 unità in cinque
anni ovvero del 27% (quasi sovrapponibile
con il 26% del taglio
percentuale dei costi complessivi
del lavoro). Di Rcs il taglio
del personale più consistente:
2.228 unità (una media di 455
dipendenti l’anno) ovvero pari al
38%, seguito dal Gruppo 24 Ore
con645unità(-34%).Decisamente
meno netta la riduzione del
personale al Gruppo Espresso e
Mondadori rispettivamente 490
e 588 unità pari a una riduzione
degli organici del17%e del 16%.
I consigli di mema
Gli articoli dall'Archivio per approfondire questo argomento